Una folla ai funerali per l’addio a Mossa del dentista Scorianz «Ora sei libero, vola»

Fuori dalla chiesa il feretro accolto tra due ali di persone La sua vita riassunta in una citazione di Michelstaedter
Stefano Bizzi

/ Mossa

«Ci consola solo una cosa: ora sei libero. Vola!». Mamma Patrizia e papà Walter hanno salutato così Alessandro Scorianz, il 41enne odontoiatra di Mossa trovato privo di vita la mattina del 6 maggio nella propria abitazione dalla moglie Roberta.

A portargli ieri mattina l’ultimo saluto sono stati in tanti. Troppo piccola la chiesa di Sant’Andrea Apostolo per contenerli tutti e le limitazioni da Covid19 non hanno influito. Anche senza distanziamento non ci sarebbero stati comunque. Oltre alla comunità di Mossa, si sono stretti attorno ai familiari gli amici, i colleghi e i collaboratori, ma anche tanti semplici conoscenti e, probabilmente, sarebbero stati tanti di più i presenti se l’emergenza sanitaria fosse terminata definitivamente.

Il feretro è stato accolto da due ali di persone. La bara in legno chiaro con i fiori accompagnati dalla dedica “Con amore la tua famiglia” è entrata in un silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccelli tra gli alberi. Insieme alla famiglia, al suo lavoro, alle moto, allo sci e ai viaggi, Scorianz amava gli animali. Ne ha avuti tanti e di tutti i tipi, lo hanno ricordato i genitori nel messaggio letto per loro al termine della messa, un concetto che è diventato quasi tangibile grazie a un’immagine: «Il laghetto con le carpe attaccato alla struttura (il poliambulatorio DentalTeam di via Zorutti, ndr) era un tuo sogno fin dagli anni delle elementari e sei riuscito a realizzarlo».

Di sogni Alessandro ne ha realizzati molti, ma non aveva ancora terminato. Stava lavorando per ampliare la sua attività. Come è stato ribadito anche ieri, la sua vita è stata piena, è stato come se ne avesse vissute tante in una. A sottolinearlo è stato, sempre al termine della messa, il messaggio dell’amico Filippo Formentini. «Per descrivere la tua troppo breve ma tanto intensa vita ho preso le parole del filosofo goriziano Carlo Michelstaedter: “Far di sé stesso fiamma”», ha detto Formentini aggiungendo poi: «La tua vita intensissima è stata troppo, troppo breve. Ciao amico mio».

Sui tanti perché che affollano le menti di tutti e che in questi giorni non hanno ancora trovato risposte si è soffermato il parroco don Moris Tonso. «Tutti ci portiamo dentro tanti perché. Sono domande che rimangono aperte e non è facile avere delle risposte. Abbiamo l’abitudine di tenere tutto sotto controllo: se non conosciamo una risposta prendiamo in mano il telefono e subito la troviamo, ma nella vita non sempre è così e ci sono domande che rimangono aperte».

A dare delle risposte sulle cause della morte di Scorianz sarà l’autopsia disposta dalla magistratura, ma, qualunque sarà l’esito, non colmeranno mai il grande vuoto lasciato nel cuore di chi ha voluto bene ad Alessandro e lo ha scortato fino al cimitero del paese seguendo il feretro in una lunga processione che ha raggiunto una lunghezza di circa 200 metri. —

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