Una liberazione a Farra l’arresto del tunisino

Il nordafricano apparso sul web con un kalashnikov e ricercato per terrorismo aveva minacciato i vicini di casa

FARRA. Un po' piantagrane, un po' spaccone. E forse estremista. Spuntano altri particolari su Ajmi Bessem, il tunisino di 34 anni residente a Farra arrestato dagli uomini della Digos e della Squadra mobile di Gorizia per un'estorsione commessa nel 2011. Rimarrà in carcere sino al 2019. Ma il nordafricano era già noto alle forze dell'ordine in quanto accusato di terrorismo e destinatario di una misura cautelare a scopo di estradizione emessa dalla magistratura di Tunisi. E che il fermo sia arrivato a poche ore dai tragici fatti d'Oltralpe fa riflettere più di qualcuno. A Farra, comunità di appena 1.700 anime, sentono di essersi ritrovati loro malgrado al centro di un fatto di cronaca. «L'abbiamo sentito urlare, in arabo, la sera degli attentati a Parigi – rivelano a qualche giorno dall'arresto i vicini di casa -. Non saprei dire se stesse esultando per l'accaduto. Magari si trattava dell'ennesima lite domestica. Ma di certo quelle grida, in quei momenti, hanno impressionato molti condomini. E altrettanto ci ha impressionato e al tempo stesso sollevato la notizia del suo arresto». Nell’aprile scorso gli uomini della Digos avevano eseguito l’arresto del nordafricano perché accusato di “Terrorism acts”. Era poi stato rimesso in libertà. A febbraio aveva postato su Facebook un video nel quale inveiva con un kalashnikov (poi rivelatosi un’offensivo) contro una giornalista tunisina. Insomma, una presenza “ingombrante”. Eppure Ajmi Bessem, a Farra, era una sorta di fantasma. «Non frequentava i locali della zona e lo si vedeva in giro molto raramente. Eppure tutti sapevano che era un tipo difficile. Credo trascorresse in casa la gran parte del tempo, che io sappia non ha mai lavorato», spiega una vicina di casa. La sua fama di piantagrane, però, era nota a tutti. Lo sanno bene dalle parti del condominio di via Gradisca nel quale era da qualche tempo ritornato a vivere con la moglie, una isontina che lavora come operatrice al Cie/Cara di Gradisca. In un Cie, a Roma, Bessem era stato trasferito nei mesi scorsi in attesa dell'espulsione. Ma alla fine con l'aiuto dei suoi legali aveva ottenuto di fare ritorno a Farra. «La convivenza con quel ragazzo è sempre stata impossibile – racconta un inquilino dello stabile -. Le violente liti con la moglie erano all'ordine del giorno. A volte abbiamo sentito volare piatti e bicchieri. Gridava sempre. Anche “Paese di m....” riferendosi all'Italia. Qualche condomino ha cercato un dialogo con lui, ricevendo in cambio solo minacce». «È stata un'escalation di episodi – conferma un altro farrese -. Prima liti e schiamazzi, poi addirittura l'anno scorso l'incendio dell'appartamento, infine quel video. Di certo siamo contenti che l'abbiano arrestato, vivremo più tranquilli».(l.m.)

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