Una maxi insegna col leone di Generali sul palazzo rosso alla fine dei lavori

Agli ok dell’Autorità portuale e della Soprintendenza si aggiunge il parere favorevole della Commissione comunale: ora si va in Consiglio



Sullo skyline delle Rive triestine ruggirà presto un leone. È quello delle Generali, riprodotto su un’enorme insegna da circa 20 metri quadrati e che verrà collocata sulla sommità di palazzo Aedes, il grattacielo rosso costruito tra il 1926 e il 1928 in piazza Duca degli Abruzzi su progetto dell’architetto Berlam.

Ieri, la Sesta Commissione comunale ha licenziato con parere favorevole la delibera che prevede la concessione di una deroga di un anno ai parametri stabiliti dal Regolamento comunale sulla pubblicità lungo le strade, che fissa a 2 mq il limite di superficie di un “impianto di pubblicità o propaganda”. Ora il documento approderà per una conferma in Consiglio comunale. Quel palazzo è oggetto di un’importante ristrutturazione. Ed è nell’ambito di questo intervento, che il gruppo assicurativo ha avanzato la richiesta di sistemare sul terrazzo dell’edificio, alla sommità dell’avancorpo della facciata, su un setto murario alto 2,10 metri in pietra d’Istria e arretrato di circa tre metri rispetto alla facciata, un Leone di San Marco, il suo storico simbolo. La struttura avrà, con esattezza, 6 metri di lunghezza e 3,55 metri di altezza. Sarà d’acciaio satinato, capace di reggere la forza della bora, senza finiture lucide che possano riflettere.

Sulla sistemazione dell’insegna è già stato dato parere favorevole dall’Autorità portuale e pure dalla Soprintendenza che si è espressa in materia paesaggistica, visto che – cosa che sorprende – quel palazzo, nello specifico, non gode di vincoli. La Soprintendenza, però, ritiene l’installazione ammissibile, subordinatamente al fatto che l’opera deve intendersi provvisoria per la durata di un anno, in quanto, «in considerazione dell’anomalia che tale impianto rappresenta nello skyline delle Rive – viene riportato nella delibera –, dovrà essere valutato l’impatto una volta in essere, da numerosi punti di vista da cui potrà essere percepito, nonché dalle diverse condizioni di luce». E ancora: «Dopo un anno dovrà essere valutato se l’opera può restare in essere o se sarà opportuno ridurne le dimensioni o modificarne la finitura oppure se dovrà essere definitivamente rimossa». Se a 12 mesi dalla sistemazione dell’insegna non dovessero manifestarsi problemi tali da chiedere delle modifiche, il Comune potrebbe procedere con una modifica al Regolamento che norma le insegne su strada. Passeggiando sulle Rive, verosimilmente, il leone non sarà così visibile come dal mare. Le prime simulazioni evidenziano come all’immagine del waterfront cittadino andrebbe di fatto ad aggiungersi un elemento nuovo, che la modificherebbe, seppur di poco. Creando, a tutti gli effetti, un precedente.

Fincantieri o un futuro acquirente del Carciotti potrebbero un giorno reclamare lo stesso diritto? «Generali con le tasse che versa contribuisce in maniera determinante al bilancio della Regione – valuta l’assessore all’Urbanistica, Luisa Polli –. Credo sia scorretto dire aprioristicamente no alla richiesta. Ritengo un atto dovuto quello di concedere una deroga di un anno che consenta una valutazione più tangibile di quello che può essere l’impatto. Tutti teniamo alle Generali, che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo e alla storia di Trieste». —



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