Una nuova vita per la caserma Dardi

Il Comune di Sgonico avvia le procedure per il recupero. Presto i tavoli di concertazione
Lasorte Trieste 08/03/07 - Caserma Borgo Grotta Gigante
Lasorte Trieste 08/03/07 - Caserma Borgo Grotta Gigante

SGONICO. Diciotto anni dopo la sua definitiva dismissione, la caserma “Ferruccio Dardi” di Sgonico è pronta a trasformarsi. Non diventerà un Centro di identificazione di immigrati simile a quello di Gradisca, né tantomeno un carcere, come ventilato alcuni anni fa. Sarà invece destinata ad “attrezzature pubbliche e di pubblica utilità”, come deliberato dal Consiglio comunale, in recepimento delle indicazioni fornite dallo Stato alle Regioni all’atto di “sdemanializzazione” dell’area. Laddove oggi corrono recinzioni arrugginite e torreggiano le altane, potrebbe presto sorgere un centro per la gestione delle risorse idriche, dell’illuminazione pubblica, della raccolta differenziata. La superficie è vasta, più di 60mila metri quadrati di cemento abbandonati e devastati dai vandali. Il primo passo sarà riqualificare le due palazzine all’ingresso: i lavori – commissionati dal Comune – partiranno già nel 2013, poi potranno subentrare i privati. Il vincolo consiste nella compatibilità degli interventi con l’ambiente: il 70% del territorio di Sgonico è di interesse naturalistico. Uno scenario probabile è l’insediamento di un sistema di gestione dei rifiuti e delle energie rinnovabili (solari o a biomasse) che preveda una compartecipazione tra pubblico e privato, con preminenza del primo. L’idea della giunta è razionalizzare i costi amministrando “in casa” quei servizi grazie anche alla posizione strategica della caserma Dardi, che si trova a due passi dall’autostrada e dalla ferrovia. Soltanto dopo si potrà allargare l’intervento al resto della superficie, nell’intento di creare nuovi posti di lavoro e di favorire forme di aggregazione sociale. Sulle cifre e sui nomi degli eventuali interlocutori, per il momento, le bocche restano cucite. Ma nel disegno del municipio c’è posto anche per lo sviluppo agricolo. Nella fattispecie, lo spazio da riconvertire è quello dell’ex deposito munizioni di Borgo Grotta Gigante. In questo caso, l’estensione è di 20mila metri quadrati tappezzati di landa carsica, l’ideale per colture e pascolo. Per renderli servibili, bisognerà demolire i capannoni fatiscenti della polveriera e ripulire tutta la zona da calcinacci e recinti.

Si attendono ancora i piani di gestione da parte della Regione; esistono poi esigenze abitative e produttive che si fanno sempre più pressanti. I tavoli di concertazione che si dei prossimi mesi con le associazioni di categoria e le aziende agricole serviranno per poter progettare uno sviluppo agricolo rispettoso della natura.

Davide Ciullo

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