Una piazza nel cuore di San Canzian valorizzerà chiesa e scavi archeologici

/SAN CANZIAN
Il cuore religioso e archeologico di San Canzian d’Isonzo si trasformerà in una piccola piazza, uno spazio di aggregazione aperto alla comunità e non solo in occasione di eventi legati alla presenza della chiesa parrocchiale e dell’oratorio. È così che l’immagina l’intervento progettato “in casa” per il Comune dall’architetto Marzia Decorte e dall’ingegner Federico Franz e presentato lunedì pomeriggio nel Centro civico di via Trieste dal sindaco Claudio Fratta e dai tecnici.
Condivisa con il parroco, don Francesco Fragiacomo, l’operazione prevede l’utilizzo di una pavimentazione di colori diversi per segnare il diverso uso delle aree e valorizzare la presenza sia della parrocchiale e dell’annesso Antiquarium, sia degli scavi che si aprono a fianco della chiesa dei Santi martiri Canziani. Eliminate le barriere architettoniche esistenti, il progetto, che prevede il solo accesso dei mezzi autorizzati per le cerimonie o per emergenza e del parroco in quanto frontista, eliminando la sosta ora presente, punta inoltre a creare una continuità tra area pavimentata e zona verde, spostando l’altare dedicato ai martiri Canziani nello spazio lastricato con cubetti dalle sfumature gialle e rosse, i colori dello stemma comunale.
Di fatto l’area in cui si trovava la basilica paleocristiana la cui memoria sarà riportata in vita delineandone il perimetro con pietra bianca d’Aurisina, mentre l’ingresso alla chiesa sarà invece sottolineato dall’utilizzo di lastre in pietra di maggiori dimensioni (con il recupero di quelle esistenti, se in buone condizioni). «Verrà utilizzata una pavimentazione facilmente amovibile – ha spiegato l’ingegner Franz – nel caso in cui si debba procedere a ulteriori scavi archeologici in futuro».
Intanto a segnalare la presenza di eventuali preesistenze archeologiche sarà, nel giro di un paio di settimane, l’indagine con lo strumento del georadar, effettuata nell’ambito della progettazione dell’intervento, finanziato con 75 mila euro dal Psr Mar e Tiaris e da altri 35 mila euro di risorse comunali. «È un’azione fondamentale per capire l’esatta natura dei resti riportati in luce a fianco della chiesa e che sembrano appartenere a una villa», ha sottolineato Maurizio Buora, presidente della Società friulana di archeologia con cui l’amministrazione comunale la scorsa settimana ha siglato, assieme anche alla parrocchia, un protocollo d’intesa finalizzato allo studio e valorizzazione dei resti romani e medievali di San Canzian. L’indagine con il georadar sarà inoltre estesa a più zone del territorio comunale, in modo da mapparne tutte le possibili presenze di interesse archeologico.
«Se i risultati saranno quelli sperati, la Sfa è già pronta a divulgarli con un volume», ha aggiunto Buora. «San Canzian può diventare una tappa di pellegrinaggio e di turismo lento, a vantaggio di tutta la comunità», ha aggiunto don Francesco, che, per quanto possibile, intende rendere fruibile l’Antiquarium. Resta, però, il nodo della disponibilità di parcheggi nell’area, in cui insistono anche le scuole primaria e dell’infanzia, come rilevato da Valentina Correddu, titolare della gelateria di piazza Santi martiri. «Stiamo già lavorando su più di una soluzione», ha risposto il sindaco.—
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