Una sala musicale, come voleva Gabriele

I genitori aprono un conto corrente: obiettivo, creare uno spazio per i giovani
di Tiziana Carpinelli
Gabriele Manfioletti aveva un sogno: allestire una sala musicale dove tutti i ragazzi di Trieste potessero incontrarsi per esprimere in libertà il proprio talento. Oggi Gabriele non c'è più. Uno spaventoso incidente stradale avvenuto undici giorni fa sull'A4, all'altezza di Villesse, se l'è portato via, ma i suoi genitori desiderano che almeno quest'ultimo sogno non vada disperso. E così, per mantenerne vivo il ricordo, hanno attivato un conto corrente attraverso il quale amici e conoscenti potranno offrire un contributo.


Stamattina, alla chiesa parrocchiale Notre Dame de Sion, si terranno i funerali del ragazzo, che aveva 18 anni e frequentava con risultati brillanti la quinta G del liceo scientifico Oberdan. La funzione religiosa verrà officiata alle 10.30 da don Ettore Malnati e gli amici del complesso di cui Gabriele faceva parte, i Watashiwa Cactus - gruppo triestino che in piazza Unità d’Italia si era visto assegnare dalla giuria dell'Opening band live music un premio speciale – animeranno la messa con alcuni brani speciali. Un modo per rendere omaggio alla sua più grande passione: il rock.


«Per il momento – ha spiegato ieri Guidalberto Manfioletti, il papà di Gabriele che si trovava alla guida dell'automobile quando è avvenuto l’incidente – non abbiamo ancora deciso come realizzare questo sogno. Vorremmo infatti sapere dai suoi compagni quali sono le necessità da concretizzare».


L'idea è venuta alla moglie Maria Elisabetta: «All'ultimo concerto organizzato al teatro Miela – ha raccontato – mio figlio si era rammaricato del fatto che per i giovani non vi fosse, in città, uno spazio libero dove suonare. Dopo aver parlato con alcune istituzioni, come il ricreatorio Toti, frequentato da Gabriele, abbiamo pensato di creare una sala a Trieste. Se le varie associazioni individueranno un posto, noi potremmo pensare ad acquistare gli strumenti musicali e ogni dotazione indispensabile al progetto. Naturalmente nel caso in cui ciò fosse cosa gradita».


Il conto corrente a cui indirizzare l’offerta è il seguente: IT21Y0200802205000011172953. Maria Elisabetta Manfioletti ha speso infine una parola di ringraziamento per «tutti gli amici di Gabriele che ci sono stati vicino in questi giorni». «Prima del corteo studentesco - ha concluso - i suoi compagni di classe sono venuti a casa nostra e ci hanno dimostrato il loro affetto: grazie». Durante la manifestazione contro la riforma Gelmini tenutasi lo scorso 25 ottobre lungo le vie della città, i ragazzi dell’Oberdan avevano osservato un minuto di silenzio e fatto sfilare degli striscioni in memoria dell’amico morto.


Il tragico incidente era avvenuto la notte prima, attorno alle 2, nel tratto dell’A4 compreso tra Villesse e Redipuglia. La Renault Megane condotta dal padre Guidalberto, 49 anni, professore di biochimica all’Università, era finita contro la parte posteriore del rimorchio di un Tir polacco, che viaggiava in direzione di Trieste. Un urto devastante: il parabrezza era letteralmente esploso. Gabriele, figlio unico, era deceduto in ambulanza mentre lo stavano trasportando all’ospedale di Cattinara. Il padre aveva riportato solo alcune lesioni lievi. Qualche ora prima del sinistro, Guidalberto Manfioletti si era recato a Roncade per prendere il figlio che aveva assistito a un concerto rock e riaccompagnarlo a casa: lo aveva fatto per evitargli la fatica ma soprattutto il pericolo di tornare da solo in treno o in auto con qualche amico.


Gabriele amava la musica dei Red Hot Chili Peppers. Per ore e ore si esercitava con la chitarra nuova, che aveva acquistato da appena un paio di settimane. Suonava con i Watashiwa Cactus e dopo il successo dell’estate 2007 - quando si era esibito col resto della band sul palco di piazza Unità, ottenendo un premio speciale - aveva inciso un primo demo dal titolo «Intuizione».


«Siamo già d’accordo - ha annunciato ieri Antonio Cecco, il bassista dei Watashiwa - per dedicare un concerto a Gabriele: tutte le associazioni con cui abbiamo collaborato in questi anni hanno già espresso la propria adesione. Domani (oggi, ndr), al funerale, proporremo invece alcuni brani speciali».


Ci credeva, Gabriele, alla sua musica. Infatti, nonostante gli impegni scolastici, cercava di trascorrere la maggior parte del tempo libero in sala prove. Non per questo trascurava lo studio, tant’è che riusciva ad eccellere pure in questo campo: nell’ottobre del 2005 era stato tra gli 87 studenti che all’Oberdan avevano ricevuto un riconoscimento per la media dell’otto. Ma la musica - l’emozione di pizzicare le corde davanti a un pubblico entusiasta - era l’unico sogno. Un sogno da realizzare a tutti i costi.

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