Una seconda vita per stoffe e vestiti usati La sfida di Francesca per un’economia “green”

L’idea è di una trentunenne triestina da sempre amante della moda che ha aperto un laboratorio-negozio dal nome evocativo: Pezzo Unico 

la scommessa



Un laboratorio e un negozio dove riciclare stoffe e vecchi vestiti, per un’economia “green” anche sul fronte dell’abbigliamento. È l’idea di Francesca Giassi, 31 anni, triestina, che lo scorso 4 novembre ha aperto Pezzo Unico, in via Torrebianca 43.

«Finora ho fatto tutt’altro – racconta – ma lavorare nel campo della moda è un sogno che coltivo fin da ragazzina, dai tempi del liceo Nordio che ho frequentato. In realtà ho già portato avanti qualche progetto, legato sempre all’idea di cercare il bello nel riutilizzo di oggetti, adesso però credo sia arrivata l’ora di provare a far diventare questa passione un impiego a tempo pieno».

Il nome del punto vendita è ispirato al fatto che ogni capo realizzato non avrà eguali. «Sarà sempre un pezzo unico, che deriverà da stoffe ancora in buono stato, che possono essere ripensate, per dar vita, ad esempio, a un vestito. O ancora capi magari rovinati o che non si mettono più, che è un peccato considerare rifiuto. Prima del lockdown, volevo chiamare il negozio “2020”, poi – scherza – ho pensato di cambiare, visto che non mi sembra un anno particolarmente fortunato. È un periodo che mi ha messo anche a dura prova, mi sono fatta molte domande, se era giusto aprire in un momento di così grande incertezza, poi ho pensato che volevo comunque provare».

E dopo alcuni post pubblicati sui social nei mesi scorsi, che annunciavano la prossima apertura, e la filosofia del negozio, alcune persone le hanno già consegnato capi da rivisitare. «Ho ricevuto, ad esempio, una giacca in finta pelle, danneggiata, che diventerà nuovamente riutilizzabile. Il tema ambientale, anche nel settore dell’abbigliamento, è sempre più presente. Molti grandi magazzini e anche famosi brand spingono sempre più i clienti a riportare gli abiti usati o comunque a non buttarli. Spero di diventare un punto di riferimento in tal senso a Trieste».

La volontà è, insomma, di non eliminare ciò che ancora si può salvare o, con un pizzico di fantasia, si può reinventare. Da Pezzo Unico si possono portare stoffe o capi d’abbigliamento di vario tipo, sarà poi la titolare a valutare ogni singolo capo e a suggerire un possibile riutilizzo, sempre con l’intento di conservare, quanto più possibile, l’abito a cui magari il proprietario è affezionato.

Qualche giorno fa ecco l’annuncio su Facebook del via ufficiale: «Apertura un po’ in sordina, ma col cuore pieno di gioia. Pur non potendo fare un’inaugurazione vera e propria per ovvi motivi – scrive – sarò felice di vedervi se vi va di passare per un saluto. Desidero infine ringraziare di cuore e di pancia le persone che mi hanno aiutata a dare vita a questo progetto, nato in un periodo strano e incerto, che non sappiamo dove ci porterà e come potrà cambiarci. Con voi, amici miei, tutto questo si è trasformato in un momento di coraggio, un momento per dimostrare ancora di più la forza che può avere un sogno. Grazie».—



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