Una torta staranzanese nel film di Tornatore

C’è un pizzico di Staranzano, un pezzetto molto zuccherino, nel ritorno di Giuseppe Tornatore dietro la macchina da presa. In questi giorni il maestro di Bagheria sta scalando i botteghini con “La migliore offerta”, sofisticato noir dal respiro internazionale che però, nelle primissime scene, regala un cammeo culinario tutto bisiaco: la torta di (quasi) compleanno offerta al protagonista del film è stata infatti realizzata dal 38enne Sandro Maritani, affermato e conosciuto pasticciere del laboratorio staranzanese di via Savoia. È un’attività di famiglia, condotta ancor prima da papà Ottavio, che affonda le radici nel 1928. Il fratello Paolo, invece, gestisce il “Caffè Carducci” a Monfalcone. La scena in cui compare il dolce, a base di mandorle ma rivisitato da un ripieno di panna acida, come richiesto dal regista premio Oscar, è inizio storia. Entra in scena quando il protagonista Virgil Oldman, un antiquario e battitore d’asta di successo, interpretato da Geoffrey Rush, assiste impassibile al consumarsi della candelina deposta sulla torta ricevuta in regalo dal direttore del ristorante preferito, nel giorno (presunto) del suo compleanno. Il povero direttore ha però sbagliato data e Virgil, scaramantico fino al midollo, lascia consumare la fiamma senza toccare il piatto. È il primo di una serie di giochi di specchi e rimandi (il metodo della candela vergine è uno di quelli che vengono usati per regolare il tempo delle offerte e dei rilanci nelle aste) che caratterizza l’intera pellicola, definita dalla critica cinematografica già un successo.
Ma come c’è finita, la torta di Maritani, nell’ultima fatica di Tornatore? «Non so rispondere – spiega il pasticcere – posso solo dire che la scorsa estate qualcuno ha fatto il nostro nome allo staff romano del regista e così, un giorno, siamo stati contattati. Alcune persone dell’organizzazione sono venute a Staranzano, a vedere il nostro lavoro. La richiesta, lo scorso giugno, era molto precisa: doveva essere un dolce in linea con l’epoca e l’ambiente raffinato in cui è girato il film, inoltre non doveva sciogliersi per i tempi e le temperature che caratterizzano le riprese, e doveva essere a base di mandorle con un ripieno di panna acida. Il tutto doveva essere pronto in 5 giorni». Com’è stato ribattezzato questo dolce? «Per la verità – replica - non gli abbiamo ancora dato un nome, anche se lo faremo certamente prendendo spunto dal film, visto che molte persone ci stanno riconoscendo». Già perché Maritani, onorato dalla richiesta di Tornatore (che comunque ha assaggiato e apprezzato il dolce), ha regalato le cinque torte richieste per il set. E il maestro, senza dire nulla, ma certamente in segno di riconoscimento, ha voluto citare la pasticceria nei titoli di coda de “L’offerta migliore”.
Tiziana Carpinelli
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