«Università regionali La federazione non è una fusione»

Peroni al dibattito del Pd: no a suggestioni semplificatorie Molinaro: finanziamento degli atenei, la norma è attuale
Di Giovanni Tomasin
Lasorte Trieste 03/05/12 - Sala Tessitori, Dibattito Università
Lasorte Trieste 03/05/12 - Sala Tessitori, Dibattito Università

«La federazione delle università regionali non è una fusione: questo è un argomento che va disboscato da suggestioni semplificatorie». Il rettore dell'università cittadina Francesco Peroni ha approfittato dell'incontro pubblico con l'assessore regionale all'Istruzione Roberto Molinaro per fare piazza pulita delle voci che vorrebbero prossima l'unificazione degli atenei del Friuli Venezia Giulia. «Nelle sedi istituzionali non si è mai parlato di fusioni, semmai di progetti federativi», ha detto Peroni. Incalzato dal pubblico, ha indicato in particolare «nella didattica, nella ricerca, nella razionalizzazione delle spese amministrative e nello scambio di attrezzature alcuni dei campi in cui potrebbe tradursi il processo integrativo».

La conferenza con Molinaro e Peroni è stata organizzata dal Pd regionale per fare il punto sulla situazione delle università in regione nel panorama dell'istruzione post-Gelmini, ed era moderata dal consigliere regionale Pd Franco Codega. L'assessore ha ribadito la validità della legge di finanziamento del sistema universitario regionale approvata dal Consiglio nel febbraio 2011: «Si voleva uno strumento unitario al posto del proliferare di micronorme che c'era in precedenza - ha detto - ma soprattutto investire nella cooperazione fra le università e la Regione». La legge, così Molinaro, «è stata elaborata contestualmente alla riforma Gelmini e proprio per questo non ha bisogno di aggiornamenti ora che quella riforma è entrata in funzione: non ci resta che attuarla appieno».

Molinaro ha anche parlato della prossima configurazione degli Erdisu, che la Regione vorrebbe sostituire con un'Agenzia guidata da un direttore di nomina regionale. L'ente sarebbe composto da un lato dal collegio dei revisori dei conti e dall'altro dalla conferenza regionale del diritto allo studio e da una rappresentanza di studenti con compito di proposta e verifica (fino a oggi, è emerso in fase di dibattito, gli studenti avevano un ruolo diretto nei cda degli Erdisu). Peroni si è poi soffermato dei tagli subiti negli ultimi anni dall'ateneo triestino: «Sicuramente c'è stato un calo nei fondi statali. Al contrario i finanziamenti per la ricerca scientifica sono in crescita grazie all'impegno dei nostri ricercatori». I fondi raccolti dall'ateneo sono saliti infatti dai 10 milioni di euro ottenuti nel 2006 ai 16 milioni del 2010. Peroni ha parlato anche del decremento dei docenti (da 941 nel 2006 a 711 nel 2010) e degli studenti (da 22.200 nel 2006-2007 a 20.085 nel 2011- 12). Secondo il rettore il primo aspetto «non può prescindere da un dato anagrafico, dovuto a ragioni storiche su cui l'ateneo ha spazio d'azione. Nel caso degli studenti non va dimenticato che all'inizio degli anni Duemila la facoltà di Scienze politiche stipulò un accordo con le forze armate che portò a un incremento di 3mila studenti in un solo anno, che ora vanno fisiologicamente diluendosi. Non nego con ciò il calo degli iscritti, ma è un fattore da tenere in conto». Il rettore ha concluso dicendo che da un lato il sistema universitario risente delle dinamiche nazionali, dall'altro paga, soprattutto sul fronte del personale, scelte errate compiute nei passati decenni.

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