Uno studio sismico per le due torri dell’ospedale

Le leggi cambiano, le cose invecchiano, vanno fuori norma. Così è Cattinara, inaugurato nel 1984: vecchio per concezione degli spazi, per leggi antincendio e anche per certificazione sismica. «L’ospedale non brucia» ha assicurato di recente il direttore generale Francesco Cobello in risposta agli insistiti appelli del suo predecessore Franco Zigrino affinché si avviassero i restauri e la «terza torre». Molte misure di sicurezza si mettono in campo nell’impossibilità di allargare il vano scale su 15 piani e per due «grattacieli». Ma Trieste è stata di recente anche inserita in zona sismica. Ora ci si chiede se l’ospedale regge un terremoto o le sue conseguenze.
È partita l’indagine. «Come prima azione - spiega il direttore tecnico Elena Clio Pavan - controlliamo come si propagano le onde sismiche nel terreno. Poi verrà fatta per campione un’analisi sui materiali di costruzione, infine con modelli matematici e informatici avverrà l’analisi vera e propria del rischio sismico».
Ma non solo, per le torri di Cattinara verrà ricontrollato anche il progetto originario, mettendo a confronto i «carichi» previsti dalla normativa del tempo con quelli attuali. Si vedrà se sono necessari interventi «per migliorare la capacità portante sotto sisma».
Punto di partenza saranno le analisi geologiche realizzate al tempo della costruzione del nuovo ospedale: «Firmate dal prof. Mosetti - racconta il direttore - furono portate a termine nel 1965, 1969, 1976, 1977, 1981, e il risultato era stato chiaro. La relazione diceva che “questa zona appare, pur nell’ambito della formazione marnoso arenacea, come una zona stabile e consolidata, il terreno è costituito da roccia compatta, anche se con strati alterni di arenaria e marna, di spessore praticamente indefinito”».
Ma quando è vulnerabile un edificio? Pavan: «La vulnerabilità sismica indica idealmente la mancanza di resistenza alle sollecitazioni sismiche, che può essere determinata dalla qualità delle costruzioni ma soprattutto dalla stabilità dei suoli su cui è costruita e dagli effetti del sito. Con gli elementi descrittivi in nostro possesso e il valore misurato della velocità delle onde sismiche che facciamo adesso potrà essere classificato il sottosuolo per la valutazione di questo importante aspetto».
L’Azienda ospedaliera ha fatto un’indagine di mercato per assegnare l’incarico, e ha scelto come miglior offerente lo Studio di geologia applicata e cartografia del geologo Stefano Russo con sede a Latisana (Udine). Il costo dell’analisi sismica sarà complessivamente di quasi 9000 euro. (g. z.)
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