Valcovich e Spazzapan sognano la fusione: «Un’occasione unica»

All’incontro del Circolo Pd tutti gli studi sono concordi: «Con 50mila abitanti maggior ruolo politico e più risorse»
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-11.05.2016 Incontro in biblioteca-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.05.2016 Incontro in biblioteca-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE. Tradizioni, feste, centri culturali e iniziative. Non cambia nulla se ci sarà una fusione tra Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano. «Non c’è nessuna ragione, nemmeno socio culturale, che sconsigli una fusione». Con la creazione di un Comune da 50mila abitanti cambieranno ruolo e peso politico. Dal porto all’aeroporto. E ci saranno molti più soldi per tutti. «Un’occasione da non perdere, da giocare tutti assieme e non contro qualcuno. Per poter sognare finalmente un nuovo progetto politico con una visione strategica dello sviluppo del territorio».

Uno sguardo ad alto livello unito a parole “che pesano” visto che sono di due concittadini illustri, il professor Edino Valcovich, ordinario di ingegneria e architettura all’Università di Trieste e Giorgio Spazzapan, studioso, economista e già ragioniere generale della Regione.

Nessun attacco al fronte del no per il referendum sulla fusione dall’incontro organizzato dal Circolo del Pd in Biblioteca a Monfalcone, nella sua lunga introduzione l’ex sindaco Gianfranco Pizzolitto si è limitato a sottolineare con rammarico le posizioni «emotive e paradossali, che stanno sfiorando il livore» del fronte del no (soprattutto a Ronchi) di fronte a una strada «naturale, ineluttabile» che si prospetta per la sinistra Isonzo. Che se diventasse reale eviterebbe la polverizzazione di ruoli, competenze e risorse.

A confermarlo non uno ma tanti studi su questa possibile strada su cui sono chiamati a scegliere i cittadini di Monfalcone, Ronchi e Staranzano (non sono necessari studi di fattibilità perchè è un’iniziativa popolare a chiedere il referendum e non i consigli comunali) a cominciare da quelli presentati dagli stessi Valcovich e Spazzapan. Due figure illustri che il Pd ha voluto consultare non solo perchè fautori da sempre della fusione ma anche per “volare alto” di fronte a un clima infuocato che si sta creando attorno al referendum e come si è visto anche dalle vetrine tappezzate di pro e contro che sono spuntate come funghi soprattutto a Ronchi dei Legionari.

«Sono nato a Vermegliano, un rione di Ronchi, ho vissuto per vent’anni a Monfalcone ed ora da tempo abito a Staranzano - ha esordito con una battuta Valcovich - ho amato e apprezzo tutti e tre i luoghi e proprio per questo vedo come un’occasione straordinaria, strategica e da non perdere questa possibilità che ci è stata offerta di fusione». E poi il salto culturale altissimo, con la citazione di Luigi Piccinato, architetto e urbanista italiano (1899-1983) a cui (erano gli anni ’70) era stato affidato il primo piano intercomunale del territorio di Ronchi, Monfalcone e Staranzano. In quegli anni era stato il primo a immaginare uno sviluppo urbanistico di questo territorio in una «visione unitaria». Dalle arterie stradali alle realtà industriali. «Fa impressione la sua lungimiranza e non aver raggiunto quegli obiettivi mi fa sentire rimorso da cittadino di queste zone». Da Piccinato all’ex sindaco di Staranzano Michele Degrassi, «Aveva esordito nel suo percorso politico facendo la sua tesi di laurea proprio sull’ipotesi di fusione» ha ricordato Pizzolitto. Poi ancora Valcovich da una parte sulle visioni unitarie e le strategie di un territorio che ha un «porto aeroporto e centro intermodale» che potrebbe pesare di più anche nella futura “authority unica” con Trieste. Agli studi economici di Spazzapan. «Non parliamo di meri risparmi - ha spiegato - ma di possibilità di miglioramento amministrativo e finanziario e di efficienza. Sono ben 12 gli indicatori positivi che ci spingono alla fusione e alla creazione di una comunità da 50mila abitanti. Non c’è nessuna ragione, nemmeno sociale, storica e culturale per non fare una fusione. Si potrebbe creare una comunità con un patrimonio importante».

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