Vasto incendio sul Carso domato da una task force

L’incendio è partito dal ciglio stradale, nell’abitato di Devetachi. Le fiamme in pochi minuti si sono impadronite del sottobosco, alimentate dal vento, a risalire con voracità il monte. La tempestività degli interventi e la massiccia mobilitazione delle forze di soccorso ha evitato infatti che il rogo oltrepassasse il versante.
Dall’alto l’elicottero della Protezione civile ha continuato senza soluzione di continuità a fare la spola scaricando ininterrottamente volumi d’acqua sulla vegetazione incandescente.
Tutto è accaduto ieri poco prima delle 16, nella localitù del comune di Doberdò del Lago. Il ciglio stradale incenerito da un innesco ancora da individuare, ma che tuttavia ha portato a pensare ad un evento intenzionale.
La zona in quel punto è contrassegnata dal cartello stradale di Devetachi, all’altezza della deviazione verso la località Visintini.
Si fa largo, dunque, l’ipotesi dolosa, anche se ieri i vigili del fuoco mantenevano prudenza, rinviando le valutazioni sull’analisi delle cause alle indagini che sono affidate alla Forestale, in collaborazione con i pompieri.
L’incendio, secondo le prime indicazioni fornite, ha interessato almeno una superficie tra i 4 e i 6 mila metri quadrati. C’è mancato poco, è stato osservato, che non si propagasse sull’altro versante rendento ulteriormente complicata la situazione.
Certo è che il fuoco l’ha fatta da padrone con particolare rapidità, il timore di quell’espansione vigorosa era soprattutto legato alla direzione significativa data dal vento.
Un lungo tratto di strada è diventato appannaggio esclusivo delle forze di soccorso, con i carabinieri a gestire e dirottare il traffico in arrivo. Mobilitazione massiccia, una quindicina gli uomini dei vigili del fuoco, provenienti da Gorizia, Monfalcone e Trieste, con cinque mezzi, tra cui tre autobotti e una campagnola Aps, a far quadrato i volontari della Protezione civile di Doberdò, Ronchi dei Legionari, Sagrado, Fogliano Redipuglia, con l’arrivo anche della squadra di Gorizia, nonché la Forestale.
L’elicottero ha raggiunto altrettanto rapidamente la zona, trasformatasi in un campo di battaglia. Chi a gestire le operazioni dalla strada, i più a inerpicarsi sul monte, rincorrendo con gli idranti la furia del fuoco.
Si è lavorato a tamburo battente, finché verso le 18.15 il rogo ha ceduto il passo, ormai circoscritto, i manicotti degli idranti che venivano via via riavvolti, a segnalare il cessato allarme.
Domate le fiamme è stata la volta dell’opera di messa in sicurezza, una bonifica durata circa un paio d’ore.
«L’incendio è stato chiuso in tempo», osservavano i vigili del fuoco.
Ma non è evidentemente finita, inizia la parte dedicata alle verifiche più approndite, la perimetrazione dell’area di vegetazione distrutta quantificando il danno ambientale, e la valutazione sulle modalità e cause scatenanti l’evento. Anche per questo ieri si manteneva il riserbo.—
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