Vecchia rimessa dei tram: l’amianto sarà bonificato

Appaltati i lavori: sarà una ditta di Martignacco a occuparsi dell’intervento. I tecnici: «Gran parte delle coperture in eternit spandono e sono in pessime condizioni»
Di Francesco Fain

«Fusse che fusse ra vorta bbona», diceva Nino Manfredi in un celebre tormentone di Canzonissima 1959-60. Sì, questa volta è proprio la volta buona per assistere allo smaltimento e alla bonifica dell’amianto nella storica rimessa dei tram che venne costruita nel 1908 sotto la direzione dell’ingegnere della società Union nei pressi della stazione meridionale. «È questione di qualche settimana», fa sapere il Comune di Gorizia, attraverso il suo ufficio stampa.

Il problema è annoso. Ed è stato sollevato a più riprese dai residenti della zona, preoccupati per la massiccia presenza di eternit nell’ambito della storica struttura. Il via libera definitivo alla rimozione e alla bonifica del materiale è arrivato dopo che, per anni, la volontà di salvaguardare le strutture, giudicate di grande pregio storico e architettonico, aveva avuto la meglio sulla necessità di rimuovere i pannelli della fibra-killer che si stanno progressivamente sfaldando. «L’edificio oggetto dell’intervento - spiegano gli uffici tecnici - è il cosiddetto “ex deposito tram” situato tra piazzale Saba e via di Manzano, nella zona della stazione ferroviaria di Gorizia. L’edificio è stato costruito all’inizio del secolo scorso e modificato in varie fasi. Inizialmente utilizzato come deposito dei tram, ha avuto varie destinazioni tra cui rimessa dei bus, e da ultimo sede distaccata delle Aziende municipalizzate poi diventate Iris. Comprende anche l’ex casa del custode. L’edificio è da diversi anni in stato di abbandono: gran parte delle coperture spandono e sono in pessime condizioni statiche e vi sono diversi tipi di rifiuti (non tossici) presenti nelle zone coperte e nelle aree scoperte».

Continuano gli uffici tecnici: «Le coperture, con rare eccezioni, sono costituite da lastre di amianto compatto di due tipologie: lastre ondulate ed eternit tipo Romano, non pedonabili e non calpestabili, in grave stato di degrado, sia sulla ex rimessa, quanto sull’abitazione. Vi sono inoltre una decina di camini in amianto». L’importo complessivo dell’appalto è di 47.000. Nei giorni scorsi si è proceduto all’aggiudicazione dell’appalto in oggetto. Erano pervenute 10 offerte. Sono state ammesse 9 ditte che hanno presentato documentazione idonea. Chi ha vinto? L’offerta migliore è risultata quella presentata dalla ditta “Zanini Antonio” di Martignacco, con un ribasso del 33,772%, alla quale è stato aggiudicato provvisoriamente l’appalto, in attesa delle verifiche amministrative.

Quindi, l’iter tecnico e burocratico si è praticamente concluso: non resta che attendere l’inizio-lavori. «Già nel recente passato avevano “stabilizzato” i pannelli con speciali prodotti. Ora procederemo con la rimozione e con la bonifica dell’amianto. In questo momento, va data priorità massima alla sicurezza e alla tutela della salute dei cittadini», dissero nell’aprile scorso il sindaco Romoli e l’assessore comunale all’Ambiente Del Sordi. Non è ancora chiaro quale sarà il destino della struttura: una volta rimosso il tetto, verrà realizzata una copertura di fortuna oppure si procederà con la demolizione di tutti gli stabili?

Ricordiamo che in quella zona doveva essere realizzato un parcheggio da 134 posti-auto: un’area di sosta che avrebbe dovuto vedere la luce nell’area del vecchio deposito dei tram di piazzale Saba, realizzata dall’Azienda provinciale trasporti (Apt). Ebbene, come noto, il progetto naufragò clamorosamente.

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