Vecchie trincee inghiottite dalla vegetazione

ROMANS. Lunghi tratti di trincee della Grande Guerra, totalmente abbandonati a se stessi e in pessime condizioni, che più o meno nitidamente attraversano l'intero territorio, ma pure cippi del Ventennio, un ex cimitero di guerra e i resti del vecchio ponte realizzato dal Genio pontieri in occasione del primo conflitto mondiale, per collegare, in caso di necessità, le rive del torrente Torre tra Tapogliano e Villesse/Romans.
Questi sono soltanto alcuni dei segni della storia presenti sul territorio comunale di Romans d'Isonzo, inghiottiti ormai dalla vegetazione, quando potrebbe diventare cosa utile recuperarli per conservare la loro memoria, anche in chiave scolastica, per insegnare, direttamente sul campo, la nostra storia alle nuove generazioni.
Per quanto riguarda il vecchio ponte di Tapogliano, denominato n.17bis, restano solamente i due imbocchi in cemento armato, lato Tapogliano e lato Romans, che si possono ancora scorgere in questo ultimo periodo di riposo invernale della vegetazione, spingendosi dentro gli aggrovigliati rovi che si sviluppano fin quasi a toccare la base degli argini.
Era un ponte in palafitte, vale a dire che la portata segnata valeva per due colonne di veicoli di tal peso transitanti in senso contrario. Sopportava un peso di 10 mila chilogrammi, era lungo 304 metri e aveva una larghezza di 5,5 metri. Venne realizzato dal Comando Genio 3.a Armata, Ufficio ponti, per collegare la strada che da Gorizia portava verso il resto d'Italia. Sarebbe dovito servire servito qualora fossero stati resi inutilizzabili il ponte sullo Judrio a Versa e quello sul Torre a Villesse, poco distanti dal ponte di Tapogliano.
Passando al cippo realizzato nel corso del ventennio fascista, si tratta di un grosso blocco di pietra, che porta la data del 1927 e si trova poco più a ovest dal ponte di Tapogliano e della vecchia fornace di Romans. Venne collocato a fianco del torrente Judrio, per segnalare una passerella in cemento armato, realizzata per poter attraversare un canale che sfociava nel Judrio, permettendo agli agricoltori di raggiungere a piedi un'area di campagna. Anche le lapidi del piccolo ex cimitero di guerra, oltre il muro di cinta del cimitero civile restano lì in attesa che qualcuno possa valorizzarle.
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