Vendemmia 2013 “mignon” Poca uva ma di gran qualità

Le previsioni dei viticoltori del Fvg. Zidarich: «Fioritura sofferta e frenata dal clima» Felluga: «Il ritardo nella maturazione va bene, scongiurerà la raccolta anticipata»
Bumbaca Gorizia 11-09-12 Vendemmia - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11-09-12 Vendemmia - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

di Furio Baldassi

TRIESTE

Come sarà la vendemmia 2013? Domanda da molti milioni di euro perchè, per dirla con l’arguto Nicola Manferrari di “Borgo del Tiglio”, «è come cercare di capire se un bimbo dell’asilo vincerà il premio Nobel». Certi segnali però sono forti, alcuni addirittura inequivocabili. E lasciano capire che, pur con tutta la prudenza del caso, questa sarà un’annata tutt’altro che disprezzabile, anche se sulla qualità i viticoltori si riservano un po’ di tempo per le risposte certe. E per i loro pronostici rimandano direttamente alla metà di agosto, quando l’estate avrà ormai giocato tutte le sue carte.

«In primavera ci sono state tante piogge - ricorda il carsolino Sandi Skerk, e teoricamente c’era il rischio peronosfera anche se, almeno da noi, ha creato difficoltà relative. Se tengono il caldo e il secco non dovrebbero esserci problemi, tranne qualche grattacapo in più per quanti, come noi, applicano trattamenti naturali alle piante. Mi sbilancio: credo che la qualità sarà molto buona, ma ci sarà meno uva. E sicuramente si vendemmierà almeno una settimana più tardi rispetto agli anni passati».

Si temeva, dopo l’interminabile stagione delle piogge, che ne potesse risentire il prodotto, ma Beniamino Zidarich, altro noto viticoltore dell’altipiano, spiega che questo può essere anche un vantaggio. «È stata un’annata un poco sballata, con un maggio e in genere una primavera più piovosi e freddi del solito. Per questo si è avuta una fioritura sofferta, frenata dal clima. Ne sono derivati dei grappoli spargoli (con meno acini ndr), che di solito nelle annate normali non si vedono. Sono fiducioso, sperando continui il bel tempo, dipende tutto da lì. Effettivamente non ci dovrebbero essere rischi per la qualità».

A qualche chilometro di distanza, ed è un dato che conta, Edi Kante ha dovuto confrontarsi anche con le malattie delle piante. «La situazione climatica ha creato meno difficoltà nelle aree verso il mare e più verso l’interno. Ci sono stati dei danni, ma nei vigneti che ho in Slovenia, non qui. Cosa aspettarsi? C’è stata la colatura quando la pianta era in fiore, ritengo che ci sarà una produzione inferiore, anche di abbastanza. Senza essere pessimista non escluderei che si possa arrivare al 30% in meno. La qualità ce la giochiamo a fine luglio, primi di agosto. Tra le certezze - continua Kante - c’è che la Malvasia ha sofferto molto, mentre la Vitovska no».

Non sembra, però, ci sia molto di che preoccuparsi, perchè, come annota Filippo Felluga dell’omonima azienda, «siamo ancora in una fase molto precoce». «Per fortuna c’è stata una concomitanza di eventi. L’abbondanza di piogge, ad esempio, è coincisa con il freddo, e la peronosfera, per dire, si sviluppa meno in queste condizioni. Ora speriamo nel caldo, perchè se viceversa il clima sarà piovoso, l’uva risulterà più attaccabile. È come una persona con le difese immunitarie deboli: se va fuori al freddo nuda è più facile che si ammali...». «C’è stato a un certo ritardo nella maturazione - continua Felluga - ma va bene, vuol dire che la vendemmia non sarà anticipata. L’acqua serve, anche se ci costringerà in autunno a riprendere un discorso di lavorazione della terra, che si è compattata troppo».

A detta di Robert Princic, presidente del consorzio Collio-Carso, è ancora tutto molto incerto, anche se conviene sulla possibile riduzione del prodotto. «Su certe tipologie la colatura c’è stata. Se la stagione va avanti regolare, non si rischia, ma aspettiamo per esprimerci la fine dell’estate, quando i grappoli devono ingrossarsi e riempirsi. Potenzialmente, ad oggi, se va avanti così, l’annata diventa interessante...».

Nicola Manferrari di “Borgo del Tiglio” corregge leggermente il tiro. «È la pioggia che arriverà che conta, non quella che c’è stata... La fioritura è stata difficile, ma la qualità è data da una lunga serie di correlazioni. Meno quantità? Sì, quello è sicuro, ma non implica automaticamente una miglior qualità del prodotto, anche se è vero che sono state prodotte delle grandi bottiglie anche in annate relativamente produttive....».

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