«Vendeva titoli nobiliari» Il principe d’Amato nei guai

GORIZIA In prima serata. Su Canale 5. In una programma tv che macina record di ascolti.
Alla ribalta televisiva (ma non per nobili motivi) Roberto d’Amato, principe di Milocer e Bar, oltre che collaboratore scolastico, di cui “Il Piccolo” già si occupò negli anni passati con la promessa, anche al diretto interessato, di non occuparsi più delle sue disavventure. Ma, questa volta, sembra averla combinata grossa.
L’accusa, nei suoi confronti, è pesante in quello che - al momento - è soltanto un processo televisivo ma che, forse, avrà anche risvolti di carattere giudiziario visto che sarebbero coinvolte più persone. Il 57enne originario di Cuneo, ma da parecchi anni residente nel Goriziano, è stato “pizzicato” dal popolare inviato Valerio Staffelli per la sua attività di vendita di titoli nobiliari. “Striscia la notizia” parte dal presupposto giuridico che «i titoli nobiliari si trasmettono solo per discendenza, qualsiasi compravendita di questo tipo, quindi, è illegale».
Fatta questa premessa e raccolta la testimonianza di una persona “vittima” della presunta truffa, la trasmissione televisiva ha teso una trappola a d’Amato, invitandolo a Milano, in un appartamento dove il nobile goriziano (o presunto tale) avrebbe dovuto dare l’investitura a un cittadino lombardo (in realtà era un collaboratore di Striscia) a principe di San Ferdinando, previo pagamento di settemila euro.
La scena viene ripresa con l’ausilio di telecamere nascoste in cui il goriziano d’adozione, fra un boccone e l’altro, spiega i termini dell’operazione.
Dopo la nomina solenne a principe, viene consegnata a d’Amato una valigetta con il denaro: solo che, all’interno, ci sono banconote false con il simbolo di Striscia la notizia e il faccione di Staffelli. E lo stesso Staffelli, a quel punto, irrompe nella stanza, bloccando il “giochino”. Ci sono momenti di grande imbarazzo ma anche di tensione perché, assieme a d’Amato, c’è un ragazzo che minaccia l’inviato e il cameran di Striscia.
Il goriziano scende e inizia un siparietto. Chiede a Staffelli un passaggio sino alla stazione ferroviaria, ottenendo (chiaramente) un rotondo no. «Ma lei è uno zanza», risponde divertito l’inviato di Striscia. Una figura non certamente edificante. La ribalta televisiva di d’Amato ha fatto immediatamente il giro del web. Non è la prima volta che il 57enne si segnala per i suoi comportamenti (usiamo un eufemismo) originali e fuori dal comune.
D’Amato abbozza una difesa, sottolineando che tutto è regolare e tutti i nobili lo fanno, accusando poi “Striscia” di avere messo in atto una macchinazione. «Viva la monarchia, abbasso la Repubblica», urla d’Amato che è stato anche consigliere comunale di minoranza a Moraro. Era il 2006. —
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