Venti anni di lotte e riconoscimenti per l’Associazione esposti amianto
Il primo impegno è stato la ricerca di documenti probanti in campo medico-assicurativo, l’ultima conquista si lega all’esenzione dal ticket e risale al novembre 2016. Da venti anni l’Associazione...
Il primo impegno è stato la ricerca di documenti probanti in campo medico-assicurativo, l’ultima conquista si lega all’esenzione dal ticket e risale al novembre 2016. Da venti anni l’Associazione esposti amianto del Fvg vive la sua speciale battaglia sul campo tra convegni, rapporti con enti, ambulatori, tribunali e informazione. Un percorso scandito dal desiderio di riconoscimenti e di giustizia per le classi di lavoratori che negli anni hanno contratto gravi patologie derivanti soprattutto dalle attività portuali o dai contatti con elementi in eternit annidati per lo più in canne fumarie, tettoie e tubature. L’Aea nasce ufficialmente nel settembre 1997 e si traduce in una riunione ad Altura di 64 persone. Una partenza determinata proprio dalle sollecitazioni delle famiglie “portualine”, non soltanto coinvolte ma sconvolte dai molti lutti non certo catalogati come “infortuni sul lavoro”. «All’epoca l’Inail non intendeva riconoscere che vi fosse stata una dispersione significativa delle fibre di amianto – ricorda Aurelio Pischianz, anima e presidente – e pertanto rifiutava la certificazione utile per richiedere agli enti previdenziali il bonus contributivo dell’1,5%».
Negli anni l’Aea incrementa il suo operato, rafforza la documentazione e incrementa il rapporto con lo stesso Inail, al punto che nell’aprile del 2000 sono 840 le domande inoltrate all’istituto, una mossa che sortisce oltre l’80% di riconoscimenti ufficiali di esposizione all’amianto: «Fu un vero travaglio, accompagnato anche da forme di protesta in piazza – rammenta Pischianz –. Con l’Inail i rapporti migliorarono e si giunse all’altra tappa del 2002, con l’istituzione di un Registro esposti, in base alla legge 22/2001, dove attualmente sono iscritte 1.500 persone. Una svolta fondamentale». Il “killer” insomma ora è (almeno) marcato stretto. Vent’anni di attività, 1.700 i soci: «Puntiamo ora al riconoscimento dei benefici previdenziali anche a favore dei lavoratori, o delle loro vedove, andati in pensione prima dell’aprile del 2002. Siamo certi del ravvedimento della classe politica, che spesso ci ha considerati “figli di un Dio minore”».
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