Verzegnis, indagini sulle cause della disgrazia

La coppia avrebbe perso il sentiero principale seguendo i segni sugli alberi. Sempre grave la ragazza

Rimane ricoverata in ospedale a Udine la ragazza 22enne di Dublino, Simone Green, caduta in un dirupo domenica nei pressi di Pusea durante una escursione con altri tre amici triestini. Sebbene rimanga ancora in prognosi riservata, la ragazza non è in immediato pericolo di vita. Preoccupa però un colpo subito alla testa che ha causato problemi a un occhio, mentre altre lesioni sono state riportate agli arti inferiori, su tutte una frattura di femore e tibia.

Il magistrato invece ha rilasciato il nullaosta per la sepoltura del corpo del suo compagno di escursione, Francesco Bigazzi di 24 anni, che nella caduta ha perso la vita.

E il giorno dopo la disgrazia, che ha visto morire sui monti della Carnia il giovane triestino, si indaga sulle possibili cause e sulla dinamica che ha portato all’incidente. I due ragazzi coinvolti nella caduta sugli irti dirupi dei monti di Verzegnis si trovavano in compagnia di altre due persone.

Forse il fatto che si disputasse la gara automobilistica Verzegnis-Sella Chianzutan, ha indotto gli amici a prendere un’altra via per raggiungere la loro meta, casera Avrint alle pendici del Monte Bottai. La strada interessata dalla corsa automobilistica sarebbe stata la più opportuna, sicura e veloce. Ma l’intasamento di corridori e spettatori forse ha fatto sì che i quattro amici abbiano scelto una via alternativa.

Una scelta sfortunata: dopo poche centinaia di metri il sentiero, infatti, si trasforma in traccia. Gli escursionisti, che indossavano un equipaggiamento adeguato per una gita in montagna, probabilmente sono stati ingannati dai segni sul terreno: invece che seguire i colori bianco-rosso che segnalano i sentieri Cai, hanno seguito i segni azzurri apposti sugli alberi che delimitano le proprietà boschive pubbliche. La zona dove è accaduta la disgrazia è rappresentata da un costone insidioso, con una pendenza di oltre il 40 per cento, caratterizzata da speroni rocciosi affioranti dal terreno, salti e dirupi frammisti ad alberi. La dinamica, ricordiamo, secondo le indicazioni date ai soccorritori dai due testimoni rimasti incolumi, vuole che sia stata la ragazza irlandese la prima a scivolare sul terreno bagnato. Simone Green ha tentato di aggrapparsi agli arbusti, ugualmente è precipitata rovinosamente per una trentina di metri. Bigazzi, invece di chiamare aiuto con il cellulare allertando il corpo del soccorso alpino o il 118, in uno slancio generoso ha cercato immediatamente di raggiungerla, scendendo la china dalla traccia del sentiero sino a dove la ragazza si era fermata, ma il terreno bagnato lo ha tradito facendolo precipitare. Nella caduta probabilmente ha sbattuto subito la testa, rimanendo incosciente. Non sembra, infatti, che abbia tentato di frenare la sua caduta che si è conclusa mortalmente solo 60 metri più a valle.

Gino Grillo

Riproduzione riservata © Il Piccolo