Vescovini: «Sui traghetti solo un gioco di prestigio»
«È un gioco di prestigio questo terminal traghetti che in questi mesi sale e scende nel porto come trasportato da una misteriosa onda di marea. Un gioco delle tre carte che deve aver confuso anche la Regione». Alessandro Vescovini, project leader di SmartGas salta anche lui sulla sedia a un primo esame del faldone. «A maggio - sbotta - l’Azienda speciale porto all’interno del parere su SmartGas inviato al ministero ha ipotizzato un’interferenza tra l’accosto delle gasiere e quello del terminal traghetti sull’attuale darsena, tanto da sollecitare un intervento dei Vigili del fuoco per esaminare questi problemi e che poche settimane dopo hanno espresso parere favorevole senza prescrizioni e all’unanimità».
Una situazione che, spiega Vescovini, ha confuso la stessa SmartGas che ha fatto richiesta di “accesso agli atti” per capire «ricordando i 9 milioni di soldi pubblici spesi per realizzare gli accosti 1,2 e 3,» che fine avesse fatto il terminal traghetti. «Non capivamo infatti - insiste - come un progetto finanziato e realizzato male da un’azienda finita da poco nel ciclone giudiziario (la Vidoni) potesse essere stato spostato con un abile gioco di prestigio in altro luogo». L’Aspm, aggiunge l’imprenditore «ha negato l’accesso agli atti», SmartGas dunque ha fatto ricorso al Tar per avere «informazioni importanti» sul proprio progetto. «Nella memoria difensiva - continua Vescovini - l’Aspm ha anche affermato che la richiesta di SmartGas era ingiustificata in quanto la questione delle interferenze sollevata da loro stessi non sussisteva perché l’accosto del teminal traghetti si trovava negli ormeggi 1,2 e 3. Esattamente il contrario di quanto affermato pochi mesi prima per iscritto...».
Un «gioco di prestigio che deve aver confuso anche la Regione che ha riportato fedelmente nella Vas questa ipotesi» conclude Vescovini che poi accusa: «L’amara verità è che una serie di funzionari pubblici in questi mesi ha deliberatamente diffuso ad arte informazioni palesemente false e contraddittorie sul tema delle interferenze al solo scopo di bloccare o rallentare un progetto privato che potrebbe rilanciare il porto e l’economia dell’intera area». (g.g.)
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