Vestiti come diari di vita che sfidano il tempo: a Its Arcademy a Trieste sfila un anno di “abiti amati”
Nel museo della moda una serata speciale dedicata al progetto
con i racconti dei protagonisti, figure note della cultura e dello sport
In ogni guardaroba c’è un capo speciale: non necessariamente il più prezioso, ma quello che riesce più di tutti a raccontare l’essenza di chi lo indossa. Su questa premessa si è sviluppato il progetto “L’abito amato” di ITS Arcademy, il museo della moda di Trieste fondato da Barbara Franchin. Per quasi un anno, dentro una teca si sono avvicendati l’abito da sposa dell’ex miss Italia Alda Balestra, il cappotto di Stelio Crise, le magliette del cestista Daniele Cavaliero, la t-shirt indossata durante un naufragio dal velista Paolo Rizzi, il cappotto della scrittrice Susanna Tamaro, una abito di scena dell’attrice Ariella Reggio e altri capi che raccontano storie di affetti, come quelli delle signore Marina Rocco ed Elena Crosilla.
La giacca di Elisa
A chiudere la serie, una giacca creata dalla cantante Elisa, esposta fino al 6 gennaio 2025. ITS Arcademy ha organizzato una serata dedicata al progetto, in cui lo scrittore Alessandro Mezzena Lona ha intervistato i protagonisti. «Gli abiti che abbiamo esposto - ha sottolineato Franchin - sono veri e propri diari di vita, archivi emotivi che sfidano il tempo. Sono indumenti che portano con sé il calore dei ricordi, che si tratti di fedeli compagni di avventure o semplicemente dell’abito che ci dona sicurezza nelle sfide di ogni giorno». A parlare di grandi sfide sono stati il giocatore di basket Daniele Cavaliero e il velista Paolo Rizzi. «Io ho partecipato all’esposizione con due magliette – ha affermato il cestista – che secondo me sono preziose in quanto rappresentano un sogno. La prima, il sogno di quando ero un ragazzino che voleva diventare un campione, con mia madre che mi portava agli allenamenti e mio padre che si addormentava per la stanchezza, mentre mi aspettava fuori dalla palestra. La seconda, invece, rappresenta il sogno di portare a casa una vittoria, sia per la squadra che per tutta Trieste».
Lo skipper naufragato
Per lo skipper Paolo Rizzi, che nella primavera del 1993 fu protagonista di un naufragio nell’Oceano Atlantico, «la barca fu travolta da un’onda enorme, che mi sbalzò a una sessantina di metri dell’imbarcazione. Indossavo una maglietta che è diventata una seconda pelle, perché con quella maglietta sarei potuto finire in fondo all’oceano. Ho deciso di donarla a ITS Arcademy: un luogo che custodisce oggetti che non andranno fuori moda, perché raccontano storie di vita». Ma ci sono state anche storie di intimità famigliare. «Da bambina - ha detto Elena Crosilla - passavo ore ad ammirare mia madre intenta a confezionare prodotti di sartoria e immaginavo che avrei indossato un abito fatto da lei. Purtroppo, però, la mamma morì quando avevo solo 23 anni. Dopo lunghe ricerche, ho trovato il mio abito da sposa in un piccolo atelier che si chiamava Axis: la sarta era Barbara Franchin». Marina Rocco ha raccontato un’altra storia di amore materno, incarnato da un abito in tessuto scozzese che sua madre aveva confezionato per lei mentre era incinta, per poi essere dimenticato in un armadio; l’abito venne riutilizzato anni dopo dalla madre anziana.
Legami familiari
Un’altra storia di legami famigliari è stata portata dai figli di Stelio Crise, indimenticabile figura della cultura triestina: Alessandro, Lorenzo e Stefano hanno citato vari aneddoti legati al cappotto del padre, di solito così disinteressato alla cura per l’abbigliamento da essersi meritato l’affettuoso appellativo di “zacagnàc”. A concludere la serata sono state due donne di spettacolo, Alda Balestra e Ariella Reggio. La modella ha parlato dell’abito da sposa che le regalò Valentino, e segnò un grande cambiamento nella sua vita: l’abbandono delle passerelle dopo 15 anni di carriera e la nascita dei suoi due figli. L’attrice triestina, invece, ha ricordato un abito di scena che per lei ricopre anche un significato simbolico: mai smettere di credere nei propri sogni.
Riproduzione riservata © Il Piccolo