Veterinario ucciso dall’infarto La verità dalla super perizia

Tommasini-Trieste-Tribunale
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Servono altri accertamenti sul decesso del cinquantenne Andrea Vouch, il veterinario morto per infarto il 19 novembre 2017. Un caso su cui era stata aperta un’inchiesta: la Procura aveva indagato per omicidio colposo il medico della Salus che all’epoca dei fatti aveva visitato Vouch. È il dottor Ezio Alberti, responsabile del servizio di cardiologia.

L’ipotesi è che il medico non avesse rilevato la patologia. Il gup Guido Patriarchi (lo specialista della Salus è giudicato in rito abbreviato) vuole vederci chiaro visto che, stando a quanto emerso finora, non si esclude che possa essersi trattato di una malattia «subdola».

Di qui la decisione del gup di disporre una perizia collegiale, affidata al dottor Claudio Rago (medico legale di Padova) e il dottor Luciano Babuin (cardiologo di Padova).

Il giudice attende dai due professionisti un’analisi accurata sul caso e su come sia stato possibile un epilogo del genere. Quel che si sa sulla vicenda è che Vouch (fumatore e iperteso) si era rivolto alla Salus il 14 novembre, pochi giorni prima del decesso, lamentando un «fastidio» nella zona del petto. Alberti aveva sottoposto il paziente a due elettrocardiogrammi, entrambi con esisto negativo. Il referto dello specialista riferiva comunque di un «fastidio oppressivo retrosternale». Per il cardiologo quel disturbo aveva un’origine presumibilmente gastrica. Ma dopo il decesso l’autopsia aveva certificato un «infarto miocardico».

Durante le ultime udienze si sono scontrati i pareri opposti degli esperti dell’accusa e della difesa. Il pm Matteo Tripani si è avvalso del medico legale Antonello Cirnelli e del cardiologo Cosimo Perrone; mentre l’avvocato Guido Fabbretti, legale dell’imputato, si è appoggiato alla consulenza del professor Gianfranco Sinagra direttore della Struttura complessa di Cardiologia dell’Asuits. —

G.S.

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