Via Cologna, in vendita la casa delle torture

La Provincia aliena la struttura per 1 milione, Cassa depositi e prestiti s’impegna ad acquistarla se il mercato tace
L'edificio di via Cologna
L'edificio di via Cologna

Un milione di euro per comprare la casa “monumento”. La Provincia ha messo sul mercato la ex caserma di via Cologna 6-8, oggetto negli ultimi anni di molto lunghe battaglie affinché non sparisse la memoria “nera” del luogo, dove i nazisti torturarono partigiani ed ebrei prima di spedirli nei campi di concentramento. Dal 2010 una targa ricorda i fatti. L’edificio, che ha due corpi (uno affacciato sulla via e uno interno con un cortile nel mezzo) fu costruito nel 1914 e non è solo quel culmine di orrori a farne la storia.

Per questo anche la sua “alienazione” ha caratteristiche del tutto particolari. La Provincia lo scorso gennaio ha firmato un accordo con Cassa depositi e prestiti la quale si è vincolata ad acquistare e rivalorizzare il sito nel caso il mercato non rispondesse alla chiamata, facendo l’operazione con il Fondo investimenti per la valorizzazione-Plus Fiv creato appositamente per acquisire immobili di proprietà di enti pubblici, per favorirne le dismissione.

Poiché l’edificio è vincolato dalla Soprintendenza (dal 2010), e il vincolo riguarda non solo la consistenza dell’edificio e quindi un restauro conservativo, ma anche la messa in luce della memoria storica, la stessa Cdp ha incaricato la società Fortebis group società di ingegneria di realizzare uno studio di fattibilità (e relativa indagine sulla situazione immobiliare e non solo di Trieste) in vista del possibile acquisto. Studio di oltre 100 pagine ora parte integrante del bando, che scadrà il 18 novembre, con apertura delle buste il 19. Chi acquistasse la ex caserma di via Cologna dovrebbe rimborsare alla Cdp anche i 19 mila euro di pre-progetto.

Lo studio prevede per i due edifici una trasformazione a uso misto, residenza, turismo, case per studenti universitari e area museale-educativa con possibilità di ricavare nell’edificio interno anche zone di consultazione e studio sugli eventi drammatici della storia triestina, a proposito delle nefandezze di cui quei muri furono testimoni nel 1944-1945.

Turismo e torture non è che vadano proprio d’accordo, dunque la zona “retro” sarebbe piuttosto riservata a studenti. Si tratta comunque di un restauro che questo non vincolante progetto calcola in almeno 3,2 milioni di euro ripartiti equamente fra un edificio e l’altro, per superfici rispettivamente di 1533 e 1733 metri quadrati. I due edifici si sviluppano du tre piani, più soffitta e piano interrato, e infinite proteste da associazioni impegnate nella memoria dell’antifascismo arrivarono alla Provincia quando fu messa in campo l’ipotesi di riusare quel grande spazio come un parcheggio, infrastruttura estremamente necessaria peraltro nella zona retrostante il Giardino pubblico.

Nella valutazione di convenienza lo studio d’ingegneria sottolinea che Trieste è una delle più suggestive città d’Italia, dove la qualità della vita è ai livelli massimi per la compresenza di mare, alture carsiche e architetture “d’arte”, dove gli studenti stranieri sono 1500-1800 (il massimo in Italia), il reddito medio alto anche per le tante pensioni del settore terziario (banche e assicurazionj) e dove tuttavia l’offerta di alberghi è considerata ancora inferiore alla domanda, specialmente nel “target” alto.

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