Via i bimbi da ristoranti e alberghi: una “pace” miope

Aumentano a vista d’occhio i posti off-limits per i piccoli, ma questa intolleranza è deleteria

Sembra una battuta ma in realtà è una tendenza che si sta diffondendo in tutto il mondo.

Sono infatti sempre più numerosi infatti i ristoranti ma anche gli alberghi, i villaggi turistici e perfino le compagnie aeree che proibiscono l’ingresso ai minori di una certa età.

Il motivo di attrazione per la clientela facoltosa non è più quindi solo la bontà del cibo, la posizione incantevole o il basso costo del biglietto ma anche la possibilità di ritrovarsi in ambienti rigorosamente “child free”. Dove insomma godersela senza la seccatura di qualche moccioso altrui fra i piedi.

Diverse indagini di mercato hanno infatti accertato che non sono poche le persone disposte a pagare un sovrapprezzo pur di non dover dividere i momenti di relax con pargoletti piangenti, con ragazzini che corrono urlando in mezzo ai tavoli o si tuffano in continuazione in piscina.

Visto che c’è la domanda, l’offerta si è subito adeguata e così in rinomate località turistiche ma anche in semplici esercizi di città è stato introdotto il divieto.

A ben pensarci la platea che può avere interesse a beneficiare di questa opportunità è ben vasta.

Con il crollo della natalità nei paesi occidentali sono sempre più numerose le coppie che non hanno ancora in progetto dei figli o i single che per loro scelta preferiscono trascorrere il loro tempo libero in un ambiente tranquillo e frequentato da persone con il medesimo stile di vita

Forse siamo arrivati a questa situazione perché negli ultimi anni il livello di educazione delle giovani generazioni si è notevolmente abbassato.

Una volta, al ristorante, i ragazzini sedevano composti e ubbidivano ai genitori. Ora stanno buoni solo se giocano con il telefonino o con la play station, mentre in tutti gli altri casi è probabile una loro iper-mobilità, unita a toni di voce che sicuramente non passano inosservati.

Quanto sta accadendo ha sicuramente indubbie ragioni commerciali ma lascia aperto lo spazio ad una riflessione: non è che il mondo sta divenendo sempre più intollerante e che i primi a farne le spese sono proprio i bambini?

Maria Cristina Zerboni

Classe IV G

Liceo scientifico

G. Oberdan

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