Viaggio nella movida che non c’è fra bar che lavorano in mezzo al silenzio

Una giovane coppia che chiacchiera amabilmente e un gruppo di ragazzotti, all’esterno del caffé Garibaldi, che discute con un linguaggio piuttosto colorito degli esiti di Juventus-Milan. Poco più in là, al caffè al Corso, un dj che spiattella musica “sotto vuoto spinto” (rigorosamente dentro il locale) per pochi clienti. Le onde sonore a malapena si percepiscono in strada. Al “Torino” un gruppo di avventori con il calice d’ordinanza in mano. La solita, piccola folla (detestata dai residenti) davanti al bar Aenigma del consigliere comunale Traini e un discreto viavai al caffè Teatro e nei locali di via Garibaldi. Più avanti, il vuoto. Chiusi il bar delle gemelline, il Class caffè, il Corner cafè. Per chi vuole un gelato c’è la Girandola, di fronte ai Giardini pubblici.
Signore e signori, ecco un sabato sera qualunque a Gorizia, in centro. Ma è movida? O non è movida? Vocabolario Treccani alla mano, con questo termine si fa riferimento alla «vita serale e notturna di una città, con riferimento speciale a quella delle città spagnole, note per la loro animazione nelle ore tarde». D’accordo. Se movida è sinonimo di movimento, allora a Gorizia un po’ di movida c’è. Perché, per tutta la serata, il viavai di giovanotti è stato pressoché continuo nei locali del centro, quelli aperti. Chi a bersi una birra, chi a gustarsi un coktail al bancone, chi a parlare con i propri amici magari seduti sugli scalini davanti al polo liceale di via Diaz.
Se, la movida, invece presuppone la presenza di musica, allora Gorizia è morta. Italo Calvino definiva il silenzio «la rete di rumori minuti che l’avvolge». E in città si sentono proprio rumori minuti. Dal vociare della clientela all’esterno di un bar (che, talvolta, possono diventare anche schiamazzi a causa di qualche diversamente intelligente) all’abbaiare di un cane, all’accelerazione di una vettura (ci sono certe 500 Abarth con gli scarichi più truccati della compianta Moira Orfei). Ma musica non c’è. O si sente appena appena. L’atmosfera è ovattata.
«I dj non ci sono perché gli esercenti, per organizzare una qualsiasi serata, devono sottoporsi a una trafila burocratica sfiancante - spiega Damiano Circosta, barman del caffè Garibaldi che ha lavorato a Londra -. E, poi, anche i costi per garantire l’impianto audio sono importanti. A quel punto, molti alzano bandiera bianca». Forse, c’è anche un terzo motivo. I comitati anti-schiamazzi che, con il loro pressing, hanno fatto sì che molti gestori di locali facessero marcia indietro. «Ma noi chiediamo soltanto che vengano fatte rispettare le leggi», la loro puntualizzazione. Peraltro, la problematica degli schiamazzi riesploderà a breve con l’arrivo della bella stagione quando, sì, i disc jockey torneranno a fare il loro lavoro sotto le stelle.
Viene da chiedersi, poi, che fine abbiano fatto gli studenti universitari. In città sono presenti le sedi di ben due Atenei (quello di Trieste e quello di Udine), i corsi di laurea sono frequentati, eppure nel fine settimana c’è il fuggi-fuggi. C’è chi rientra a casa dai propri cari e chi, automunito, raggiunge i locali di Nova Gorica. Forse, proprio qui sta il punto. Una soluzione potrebbe essere una discoteca o un music bar decentrati ma più di qualcuno fa notare che il centro deve essere vita e chi ha deciso di risiedervi deve mettere in conto qualche disagio. Un problema apparentemente inconciliabile. Ecco perché non è invidiabile il lavoro della commissione che sta mettendo a punto il nuovo regolamento di Polizia locale. Quali soluzioni adotterà? Chi vincerà? «L’importante è che vinca la città», osservava ieri sera una ragazza al caffè Teatro. Ma lo diceva a bassa voce. Per non disturbare. —
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