Anno accademico, il discorso integrale della rettrice Vianelli: «Servono visione e strategia»

L’intervento della rettrice alla inaugurazione in Aula Magna: «Così affronteremo le sfide del nostro tempo»

La rettrice Vianelli durante il suo discorso in Aula Magna (foto Lasorte)
La rettrice Vianelli durante il suo discorso in Aula Magna (foto Lasorte)

Pubblichiamo il discorso integrale tenuto dalla rettrice dell’Università di Trieste, Donata Vianelli, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico venerdì mattina in Aula Magna.

Oggi celebriamo l’avvio di un nuovo anno accademico: il 102° dalla fondazione del nostro Ateneo e il primo della nuova governance. È per tutti noi un momento di riflessione sulle opportunità e sulle sfide che ci attendono, e per me, personalmente. Viviamo un’epoca segnata da un diffuso senso di incertezza: le tensioni geopolitiche e i conflitti, le trasformazioni economiche che ridefiniscono interi settori e filiere, l’accelerazione tecnologica che modifica il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere. I salari sono troppo bassi, soprattutto per i laureati, che sempre più spesso oggi si trasferiscono all’estero, indebolendo il nostro paese che su di loro ha investito in formazione.

L’Università di Trieste inaugura il nuovo anno accademico: «Così cresceremo ancora»
La rettrice Donata Vianelli (foto Lasorte)

A ciò si aggiunge la trasformazione epocale delle relazioni umane, in una società in cui il virtuale/digitale tende sempre più spesso a sostituire l’incontro reale. Neppure il mondo universitario è immune a queste dinamiche di profonda incertezza. Negli ultimi anni, grazie al Pnrr, abbiamo potuto contare su risorse significative che il nostro Ateneo ha saputo utilizzare con responsabilità.

Ora, però, quella stagione di investimenti straordinari sta giungendo al termine e ci troviamo di fronte a uno scenario potenzialmente critico. Il precariato della ricerca si è ulteriormente rafforzato: solo un numero molto esiguo dei 7.000 RTD-A e 24.000 assegniste e assegnisti che oggi lavorano nelle università italiane potranno avere qualche prospettiva di proroga o di accesso alle nuove figure del pre-ruolo.

L’aumento dei costi incide in modo rilevante sulla capacità degli Atenei di assumere docenti e personale tecnico-amministrativo, sostenere la ricerca, investire nell’edilizia universitaria e rafforzare l’impegno pubblico e sociale dell’università a beneficio del territorio e della società. A ciò si somma il cosiddetto “inverno demografico”, con il calo delle nascite destinato a riflettersi, nel prossimo futuro, anche sulle immatricolazioni. Cresce inoltre il numero di vincoli e requisiti normativi che appesantiscono il funzionamento degli Atenei, con il rischio concreto di rallentare proprio le attività fondamentali della nostra missione.

Il quadro internazionale non è meno complesso: mentre si ribadisce il ruolo della conoscenza come strumento di dialogo tra i popoli e di progresso collettivo, in alcuni Paesi assistiamo a limitazioni inaccettabili della libertà di ricerca e del pensiero critico. Inoltre, la guerra si è nuovamente palesata, con conseguenze pesantissime per interi popoli. Questa è la realtà che ci accompagna oggi: complessa e incerta, ma al tempo stesso sfidante e non priva di opportunità. Opportunità che meritano uno sguardo lucido, responsabile e di lungo periodo.

Noi, Università degli Studi di Trieste, vogliamo fare proprio questo: affrontare l’incertezza con visione e strategia, procedendo con obiettivi chiari e azioni concrete, secondo un approccio che non si limiti a risolvere il problema contingente ma che punti alla modifica del contesto da cui quel problema è derivato, introducendo nuovi modelli operativi e nuovi metodi di lavoro.

Il motore di questo percorso non può che essere la nostra comunità: una comunità composta da quasi 1500 dipendenti e da oltre 18.000 studentesse e studenti, numeri che continuano a crescere anche per l’anno accademico 2025/2026 con percentuali a doppia cifra. Una comunità che si estende al territorio, con le istituzioni, il tessuto imprenditoriale, il sistema scolastico e gli Its, il sistema universitario che vede il coordinamento virtuoso tra le tre Università del Friuli Venezia Giulia, fortemente supportato dalla nostra Regione.

A questo territorio possiamo dare molto e da questo territorio possiamo ricevere molto, in un dialogo che deve essere continuo e costruttivo. Il mandato rettorale è appena iniziato all’insegna della crescita e dello sviluppo strategico, costruendo su quanto è stato fatto in questi ultimi anni, ma nello stesso tempo innovando e rispondendo alle nuove sfide, con determinazione e responsabilità. Il 2025 è stato un anno di forte impegno nella certificazione della qualità, con la visita di accreditamento ministeriale che ha coinvolto l’intero Ateneo, con audizioni che hanno visto partecipare quasi 500 persone tra docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti e stakeholder esterni. Nel prossimo sessennio l’attenzione alla Qualità resterà un impegno costante.

Se oggi un numero crescente di studenti e studentesse sceglie l’Università di Trieste, e se l’Ateneo si conferma tra quelli con i più alti tassi di occupazione, è anche grazie al nostro continuo miglioramento qualitativo, sostenuto dalla partecipazione attiva di tutta la comunità accademica. La qualità per noi inizia fin dal primo contatto con gli studenti e le studentesse, in un orientamento inteso come processo partecipativo e generativo che favorisca studenti e studentesse nella decisione sul loro percorso futuro, prevenendo la dispersione e l’abbandono degli studi.

Le attività di orientamento sono state tante e anche negli anni futuri sarà prioritario consolidare i rapporti a livello nazionale e potenziare le relazioni con le scuole e con le figure dei docenti orientatori, fondamentali per cogliere le specificità delle giovani generazioni. Il costante aumento delle nostre immatricolazioni è legato anche all’arricchimento della nostra offerta formativa e alle politiche a favore del diritto allo studio. Quest’anno abbiamo avviato nuovi corsi interamente in lingua inglese e vogliamo continuare su questa strada, con lo sviluppo di ulteriori doppi titoli e valorizzando gli accordi internazionali esistenti anche nell’ambito dell’alleanza T4EU.

Nel 2026 innoveremo con un nuovo corso dedicato alla Didattica della Matematica e della Fisica, per la formazione dei futuri insegnanti. Inoltre, saranno lanciati i primi corsi online aperti e massivi, inseriti in un catalogo digitale, ampliando così le forme di apprendimento e le opportunità di aggiornamento per laureati e professionisti. È stato inoltre avviato un progetto di tutorato centralizzato volto a supportare gli studenti e le studentesse, con particolare attenzione a chi ha disabilità o bisogni educativi speciali. Nel diritto allo studio, oltre al consolidato sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, abbiamo confermato una No-Tax area fino a 30.000 euro di Isee e abbiamo ampliato l’accesso alle borse di merito indipendentemente dal reddito.

Crescono i nostri iscritti ma crescono anche i nostri laureati, con una comunità di alunni che nel 2025 si è anche arricchita di tre importanti lauree honoris causa. Tra le sfide future spicca l’impegno nell’innovazione della didattica, alla quale è stata dedicata una delega rettorale specifica. Si tratta di una sfida culturale, che vuole rispondere ai cambiamenti generazionali degli studenti, ai loro stili cognitivi e alle lo[1]ro aspettative, coniugando le potenzialità offerte dalla digitalizzazione, dalle tecnologie e dall’intelligenza artificiale: una sfida che richiederà ai docenti di rivedere schemi, mo[1]delli e pratiche tradizionali.

Per l’Università di Trieste Qualità vuol dire soprattutto Qualità della Ricerca. Stiamo proseguendo in modo importante negli investimenti nelle grandi infrastrutture. Un esempio emblematico tra tutti, è costituito dai due nuovi spettrometri per la Risonanza Magnetica Nucleare, acquistati con il fondamentale contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, che ringrazio sentitamente. Il finanziamento di strumentazioni avanzate è infatti condizione essenziale per mantenere la nostra capacità competitiva e attrarre ricercatori di alto livello. E su queste azioni ci sono state vicine anche quest’anno la Fondazione CRTrieste, la Fondazione Beneficentia Stiftung e le Fondazioni Benefiche Alberto e Kathleen Casali, che desidero ringraziare. Abbiamo inoltre proceduto a chiamate dirette di docenti di chiara fama, tra cui alcuni vincitori di prestigiosi bandi Erc e Fis.

In futuro continueremo a promuovere tali azioni in quanto strumenti cruciali per la crescita della nostra comunità scientifica. I risultati ottenuti in termini di partecipazione ai bandi competitivi sono molto significativi e nel futuro, con un potenziamento dei servizi di supporto, contiamo di migliorare questi risultati. Infatti, oltre alla gestione di 127 Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale, i nostri ricercatori e ricercatrici si sono aggiudicati bandi di altissimo profilo a livello europeo. La qualità dei nostri ricercatori, l’incremento delle infrastrutture e la capacità di attrarre fondi si sono tradotti anche in un’elevata produzione scientifica con articoli su riviste di massimo impatto, in premi e in nomine in prestigiose accademie.

Infine, abbiamo avuto l’onore di riconoscere l’eccezionale valore di colleghi che hanno concluso il loro servizio attivo, ai quali è stato riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca il titolo di Professore Emerito, come nel caso del prof. Maurizio Prato. Ad alimentare la ricerca di eccellenza, vi è l’impegno del nostro Ateneo nella formazione di terzo livello, in particolare con i nostri 17 Corsi di Dottorato, di cui 4 interateneo e 39 Scuole di Specializzazione.

Sono infatti anche loro, i dottorandi e le dottorande, le specializzande e gli specializzandi, a svolgere un ruolo fondamentale per mantenere l’eccellenza e la vitalità della nostra ricerca di base e applicata attraverso un impegno focalizzato, contribuendo con idee nuove, rafforzando il networking nazionale e internazionale, e stimolando percorsi di cambiamento e di innovazione. Durante l’anno abbiamo consolidato alcune iniziative d’Ateneo nell’ambito delle attività di Impegno Pubblico e Sociale.

Tra le principali Trieste Next, festival della ricerca scientifica giunto alla sua 14° edizione, che quest’anno ha registrato una grandissima partecipazione con la presenza di migliaia di visitatori dall'Italia e dall'estero, con figure di eccezione, quali Federico Faggin, David Quammen, e Brian Kobilka. Hanno otenuto ottimi risultati anche altre iniziative quali La notte dei ricercatori Sharper, FameLab, la rassegna Rose Libri Musica Vino e la partecipazione dei nostri ricercatori a Focus Live, il festival della scienza organizzato a Milano dalla testata Focus. Anche nei prossimi anni l’Università di Trieste si impegnerà a finanziare la realizzazione di progetti di Impegno Pubblico e Sociale, con l’obiettivo di dare vita ad attività che possano impattare sulla società generando opportunità di dialogo e collaborazione con realtà esterne all’Ateneo.

Nei prossimi anni, la nostra Università dovrà affrontare sfide cruciali per restare al passo con un mondo in continua evoluzione. In particolare, dovremo puntare con determinazione su internazionalizzazione, digitalizzazione, sostenibilità ed edilizia universitaria. L’internazionalizzazione rappresenta una delle nostre leve strategiche di innovazione. Nel corso dell’anno abbiamo registrato segnali particolarmente positivi, con la ripresa della mobilità studentesca e l’ampliamento delle collaborazioni scientifiche che rafforzano la proiezione globale del nostro Ateneo.

Nel futuro proseguiremo con una strategia chiara, orientata sia all’individuazione di specifiche aree geografiche di interesse, sia alla valorizzazione di contesti in cui l’Ateneo possa generare un impatto sociale significativo. Riteniamo fondamentale contribuire allo sviluppo educativo e socioeconomico di regioni emergenti, attraverso iniziative sostenibili e ad alto valore aggiunto. In tale quadro, un ruolo centrale è rivestito dalle attività di cooperazione internazionale. Nel 2025 abbiamo ospitato studiosi provenienti da paesi a rischio e realizzato diverse iniziative nell’ambito della diplomazia scientifica: progetti di supporto ai migranti sul territorio locale, interventi in Africa dedicati all’educazione Stem, alla chirurgia mininvasiva sostenibile e ai temi dei cambiamenti climatici, dei conflitti e delle migrazioni. Sono inoltre attivi nuovi progetti di cooperazione in Tanzania, Etiopia e Rwanda. Abbiamo anche accolto, tramite un corridoio umanitario, uno studente e una dottoranda palestinese, e ci stiamo attivando per accoglierne altri.

Per il futuro, il nostro impegno è orientato a una cooperazione intesa non solo come sostegno, ma anche come leva per la ricerca e la didattica, promuovendo reti internazionali di reciprocità e contribuendo alla diffusione di una cultura della pace e della giustizia sociale. Units investe sempre più nella digitalizzazione. Intelligenza artificiale e data science sono state consolidate sia nell’offerta formativa che in un’attività scientifica di alto profilo, riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Guardando al futuro, l’Ateneo intende rafforzare ulteriormente il proprio impegno nella diffusione della cultura digitale, del dato, dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza, promuovendo percorsi formativi e iniziative di educazione rivolti non solo alla comunità universitaria, ma anche al contesto sociale ed economico circostante.

Per questo motivo, l’Ateneo ha dato sostegno convinto alla costituzione di Agorai, quale ecosistema formato da realtà d’eccellenza per promuovere lo sviluppo di start-up, l’attrazione di talenti e una progettualità innovativa nel campo dell’Intelligenza Artificiale. A livello organizzativo, si punterà a un utilizzo sempre più consapevole e responsabile delle tecnologie digitali per migliorare i processi amministrativi e decisionali, riducendo il carico di attività ripetitive e incrementando l’efficienza e la tempestività delle risposte. L’adozione graduale di strumenti di automazione digitale e di intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità per rendere più efficace e inclusiva la vita universitaria, offrendo un supporto concreto nel segno dell’innovazione, della sostenibilità e della centralità della persona. Nel 2025/2026 avremo i primi laureati del Corso di Laurea Magistrale “Engineering for the Energy Transition”, che valorizza anni di ricerca avanzata nel settore energetico in un percorso multidisciplinare pensato per rispondere alle priorità europee e nazionali della transizione verde.

La multidisciplinarità, infatti, guiderà anche le nostre strategie di Ateneo. Un esempio significativo è il nuovo Laboratorio Elisa, coordinato dal Centro Ciamician e dedicato alle tecnologie per lo stoccaggio dell’energia: un’infrastruttura che integra sei Dipartimenti e rafforza la nostra capacità di contribuire a un futuro energetico sostenibile. La sostenibilità, però, riguarda tutta la comunità universitaria. Se vogliamo che diventi un elemento identitario e non solo comunicativo, dobbiamo farci tutti parte attiva. Le sfide sono ambientali ma anche sociali ed economiche, e richiedono comportamenti responsabili che intendiamo valorizzare anche all’esterno, collaborando con istituzioni, imprese e società civile per generare ricadute concrete e contribuire ad un territorio più sostenibile.

Garantire a ricercatrici e ricercatori spazi adeguati e infrastrutture all’altezza delle sfide della ricerca contemporanea è una priorità strategica che influisce in modo diretto sul benessere delle persone e sulla capacità dell’Ateneo di generare conoscenza. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi sul fronte edilizio. Tuttavia, la struttura policentrica dei nostri campus – da Piazzale Europa a Città Vecchia, da San Giovanni a Gorizia, fino ai poli di Pordenone e Portogruaro, e alle future realizzazioni di Cattinara e, se economicamente sostenibile, del Porto Vecchio – ha prodotto una geografia frammentata, resa più complessa dalla crescente domanda di spazi, alimentata dall’aumento delle immatricolazioni e dall’espansione della ricerca. Per rispondere a queste sfide abbiamo già avviato azioni di razionalizzazione e progetti di riorganizzazione, accorpamento e decongestionamento.

Interventi non semplici, perché si innestano su un sistema congestionato, ma indispensabili per definire una visione di lungo periodo, orientata a una maggiore connessione tra i poli e a un uso più efficiente degli spazi, anche ripensando al modo in cui viviamo l’Ateneo. Parallelamente avanzano progetti strategici, grandi cantieri e interventi di restauro, riqualificazione e refitting, condotti anche con l’importante contributo di Fondazione CRT. I prossimi anni saranno impegnativi, ma questo vasto programma edilizio non è solo un insieme di opere: è un percorso di valorizzazione del patrimonio UniTs e di cura del nostro habitat universitario. Perché la qualità degli spazi riflette, e sostiene, la qualità della nostra comunità. La nostra comunità accademica pone al centro gli studenti e le studentesse. L’Università ha il compito di guidarli nell’interpretare criticamente la realtà, formandoli come cittadini attivi e consapevoli, capaci di affrontare i cambiamenti della società.

Ma essere Ateneo significa anche offrire un’esperienza universitaria piena, in un ambiente stimolante che valorizzi idee e progettualità provenienti dagli stessi studenti. Per questo la governance ha introdotto una delega specifica alle politiche per la comunità studentesca, con l’obiettivo di consolidare un dialogo costante e di favorire collaborazioni con soggetti esterni per iniziative che arricchiscano la vita universitaria. Nei primi mesi si è lavorato all’ascolto delle esigenze e delle aspettative degli studenti, evitando interventi imposti dall’alto.

Il confronto con le rappresentanze ha creato canali di comunicazione efficaci, fondamentali per sviluppare progetti condivisi: dal miglior uso degli spazi universitari, all’apertura verso il volontariato, fino alla promozione di momenti di socializzazione che rafforzino identità e appartenenza. L’Ateneo è inoltre impegnato nel garantire inclusione, pari opportunità e sostegno alle situazioni di fragilità o disabilità. Il benessere studentesco passa attraverso una solida cultura della prevenzione e della salute, che valorizzi stili di vita corretti e gesti di responsabilità come la donazione. Assicurare un ambiente accogliente e accessibile significa costruire una comunità equa, consapevole e orientata al benessere di tutti. Un’attenzione particolare è dedicata alla salute psicologica, con iniziative rivolte all’intera comunità: programmi di peer-mentoring e peer-tutoring, attività di sensibilizzazione e percorsi di sviluppo personale, riconosciuti come elementi essenziali di un efficace benessere organizzativo. Comunità siamo tutti noi, personale UniTS.

Ho voluto nominare una Prorettrice al Personale, Relazioni sindacali e Pari opportunità perché è mia volontà rafforzare la qualità delle relazioni sindacali e costruire un’organizzazione del lavoro centrata sulla trasparenza, sulla valorizzazione delle competenze e sul benessere delle persone che compongono la nostra comunità. Tra i risultati raggiunti, le nuove assunzioni e progressioni di carriera nel personale docente e tecnico-amministrativo rappresentano un investimento strategico sul capitale umano, che guarda sia all’ingresso di profili più giovani sia al riconoscimento delle aspettative di crescita interna, dove si è cercato di puntare anche al riequilibrio di genere.

Pur nel quadro dei vincoli di risorse, l’Ateneo conferma così una politica di reclutamento orientata alla qualità e alla continuità generazionale. Il contrasto alle discriminazioni e la promozione della parità di genere restano per noi obiettivi centrali, da perseguire attraverso interventi mirati anche nella promozione del benessere lavorativo e nelle politiche di welfare. In questo percorso, un contributo essenziale proviene dal Comitato Unico di Garanzia, le cui attività e proposte hanno favorito iniziative partecipate e di forte impatto per il personale. Infine, intendiamo continuare a investire con decisione sulla formazione del personale, che sarà un asse strategico dei prossimi anni, valorizzando in modo crescente anche le competenze interne, affinché l’Ateneo possa rafforzare le proprie capacità organizzative e sostenere efficacemente le sue missioni istituzionali. E infine, l’Università di Trieste vuole aprire una nuova fase nel rapporto con il territorio, puntando a un dialogo più attivo e sistematico con imprese, enti e istituzioni.

Pur rimanendo una Research University, riconosciamo che la ricerca più avanzata nasce dall’incontro tra competenze accademiche e bisogni reali, e che la conoscenza prodotta deve tradursi in valore per la comunità. Per questo investiremo sul trasferimento tecnologico, rafforzando la nostra presenza nei luoghi in cui si costruisce lo sviluppo, attraverso accordi quadro, convenzioni strategiche e progetti congiunti, promuovendo iniziative con impatto concreto sul territorio. Vogliamo essere un partner affidabile e proattivo, consapevole che il proprio futuro è strettamente legato a quello della comunità in cui operiamo.

Nel contesto del Sistema Trieste, ricco di enti di ricerca, istituzioni e imprese strategiche, il nostro Ateneo vuole essere un luogo di incontro e contaminazione, dove docenti, ricercatori, studenti e attori del mondo produttivo possano condividere esperienze, favorendo lo sviluppo di competenze, talenti e capacità scientifiche e imprenditoriali. Tutto questo è fare Università. Un’Università nella quale visione, strategia e pragmatismo saranno le parole chiave del prossimo sessennio: i principi guida di un approccio culturale capace di affrontare con lucidità la volatilità e l’incertezza del futuro.

Saremo determinati nel cogliere le opportunità e prudenti nel gestire le minacce, forti di una visione condivisa del percorso che vogliamo costruire insieme. Siamo – e vogliamo essere sempre più – un’unica comunità, dentro e fuori UniTs. La nostra energia più grande è l’orgoglio di appartenere all’Università di Trieste, un orgoglio ricambiato da un territorio che riconosce nel nostro Ateneo una presenza essenziale per il suo sviluppo culturale, sociale ed economico. Insieme, continueremo a far crescere questa Università e il futuro che rappresenta.

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