Vidali, il presidente-operaio
Dal presidente “poeta” Boris Pangerc, al presidente “operaio” Maurizio Vidali. Uno sloveno di San Dorligo per uno sloveno di Monrupino. Il 30 maggio scorso, dopo la vittoria di Maria Teresa Bassa Poropat, Vidali è diventato consigliere, eletto nelle file della Slovenska skupnost-Unione slovena nel collegio di Sgonico-Monrupino. Venti giorni dopo, la nomina a presidente dell’assemblea provinciale.
Vidali, sino a due anni fa faceva l’operaio in Cartiera, ora presiede il Consiglio.
Ho trascorso due notti insonni prima di accettare un incarico così importante... Alla fine penso che la cosa più bella della mia elezione sia proprio questa: il fatto che un operaio sia diventato il presidente del Consiglio provinciale. Confido poi che la mia esperienza possa essere da stimolo anche per altri giovani in un momento di disinteresse verso la politica attiva.
Lei è arrivato dopo Pangerc. Vede un filo rosso in questa scelta?
Sì, vedo sicuramente un segno di continuità e tra l'altro ringrazio l'ex presidente Pangerc per tutti i consigli che mi ha dato.
Più di qualche partito, soprattutto a sinistra, ha criticato la composizione della nuova Giunta. Il suo giudizio?
Le critiche legittime di alcuni esponenti della sinistra appartengono ad una giusta dialettica politica, anche se devo dire che in queste prime sedute la maggioranza si è dimostrata compatta e con tanta voglia di fare, sia da parte dei consiglieri uscenti sia da parte dei nuovi arrivati.
La Provincia è un ente che merita di sparire?
Assolutamente no, i costi della politica da tagliare sono altrove. Basti vedere gli stipendi dei politici in Regione e in Parlamento.
I tempi sono maturi per un sindaco o un presidente della Provincia sloveno?
Sicuramente sì, anche perché non bisogna guardare solo all’etnia, ma alle capacità. Nella comunità slovena ci sono molte persone valide che potrebbero essere sindaco di Trieste o presidente della Provincia e che sicuramente lavorerebbero per il bene di tutta la comunità italiana e slovena, e nell’interesse delle altre componenti religiose e linguistiche di Trieste.
Qual è la strada da seguire per avvicinare italiani e sloveni?
Vedo che tra le nuove generazioni ci sono molti meno problemi rispetto a 20 anni fa. I genitori italiani iscrivono i bambini nelle scuole slovene, ci sono sempre maggiori collaborazioni fra gli istituti superiori sloveni e italiani e il clima in città è molto più disteso: proseguiamo così perché con la reciproca conoscenza il rapporto tra le due comunità potrà solo migliorare.
Riccardo Tosques
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