Vietato lo jogging in aeroporto «Troppi ruderi. È pericoloso»

L’avviso del presidente della Consortile: «Non costringeteci a sanzionare» In arrivo una recinzione. «Nessuna deforestazione. Eliminata una boscaglia»
Bumbaca Gorizia 29.08.2020 Aereoporto zona disboscata per attività motorie future © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29.08.2020 Aereoporto zona disboscata per attività motorie future © Foto Pierluigi Bumbaca

Francesco Fain

Non c’è nulla da fare. Per il goriziano medio l’aeroporto “Duca d’Aosta” non fa rima con aerei, voli e decolli: piuttosto, semmai, la parolina magica è jogging.

Quell’area sterminata, sin dalla notte dei tempi, viene utilizzata per fare corsette e attività fisica. Una sorta di mega-palestra a cielo aperto. Ma c’è un problema: la sicurezza. Non è un mistero che l’area si caratterizza per la presenza di ruderi a rischio crollo e di tante piccole/grandi insidie che si nascondono qua e là. Del resto, la tragedia di parco Coronini è ancora nella memoria di tutti, quindi è meglio cautelarsi.

La premessa è necessaria per inquadrare «l’avviso ai naviganti» diramato da Rolando Parmesani, presidente della società consortile che gestisce lo scalo di Gorizia. «Con la riapertura dell’aeroporto dopo il lockdown - denuncia - sono tornati gli sportivi e gli appassionati dello jogging che utilizzano i campi per fare le loro attività, solo che è pericoloso. I lavori sono ancora in corso per la messa in sicurezza dell’area dove ci sono tanti immobili in pessime condizioni e altre insidie. L’obiettivo è di creare una recinzione di divisione fra la parte aeroporto, velivoli, piste e i ruderi. Ci vorrà un anno per completare l’opera». Quindi, l’appello di Parmesani è di avere ancora un po’ di pazienza, evitando di correre in quell’area. «Il mio è un richiamo al senso di responsabilità di ognuno di noi. Perché, se non dovessero cambiare le cose, saremo costretti a essere un po’ più severi, prendendo provvedimenti sanzionatori. Ne ho parlato anche con il questore Gropuzzo. Capiamoci: il nostro non è un eccesso di zelo, è semplicemente tutela della sicurezza».

Anche perché, a sentire il presidente, l’obiettivo è di fare del “Duca d’Aosta” un’area a misura di famiglie, attività sportive e ricreative. «Nel recente passato, è scoppiata anche una polemica sugli alberi in Consiglio comunale. È stato detto che abbiamo proceduto con una deforestazione selvaggia. In realtà, è stata eliminata una boscaglia e l’unico albero che è venuto giù, un gelso a tre rami, era già rotto. Figurarsi se andiamo a fare azioni sconsiderate contro il verde pubblico. L’idea è di realizzare un parco per renderlo fruibile ai goriziani. Dirò di più: l’intenzione è anche di promuovere dei concerti anche se non credo che riusciremo a organizzarli entro quest’anno».

Parmesani, nonostante le difficoltà croniche dell’aeroporto, è la voce dell’ottimismo. «I voli? Stanno andando molto bene. Il “Duca d’Aosta”, nel momento culminante del coronavirus, è rimasto chiuso per un paio di mesi. Una volta riaperto, è tornato ad essere vivace». Le prossime novità? «A settembre - annuncia il numero uno della Consortile - avrò un incontro con un’importante compagnia petrolifera per riportare, nello scalo, sia la benzina verde sia l’avio a disposizione dei piloti. Quindi, stiamo chiedendo all’Azienda provinciale trasporti (Apt) di prolungare una corsa di autobus dal cimitero sino all’aeroporto. Insomma, stiamo lavorando. Lo facciamo in silenzio, non è sicuramente una passeggiata ma siamo determinati a dare un futuro a un’area che può davvero diventare strategica per Gorizia».

Confermati anche i contatti con una start-up lombarda che vorrebbe impiantare nell’area aeroportuale di Gorizia uno stabilimento per la produzione di droni. —

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