Villa Ermione verso la svolta Offerta da 1,5 milioni di euro

Proposta di acquisto in blocco per la dimora Cividin, parco, 40 garage e cantiere L’asta il 24 luglio. I residenti temono la perdita della quiete e sperano in un resort
Lasorte Trieste 22/06/18 - Via Romagna, Villa Ermione e Parco
Lasorte Trieste 22/06/18 - Via Romagna, Villa Ermione e Parco

Villa Ermione, la dimora sul colle di Scorcola “vittima” del fallimento Cividin, è chiusa con il catenaccio da tre anni. Dalle finestre s’intravedono solo le tende, ancora appese, e dei fogli che sbucano dalla bocca di una stampante del vecchio proprietario. Oggi il bene è all’asta, ma potrebbe esserci una svolta: all’orizzonte si è palesata un’offerta di un possibile acquirente.

Restano intanto nell’oblio più assoluto le fontane dell’enorme parco, prima abitate dai pesci, oggi a secco d’acqua. Il giardino, di più di mille metri quadrati, si è trasformato in una radura ingiusta per la sua potenziale bellezza. Anche se, è corretto dirlo, una vera e propria cura dell’intero spazio verde, in cui si nota anche l’incipit di cantieri avviati anni addietro, non si percepisce da un decennio. Ovvero da ancora prima che l’intera proprietà, stretta tra via di Romagna e salita della Trenovia, in centro ma al contempo appartata, rientrasse nel fallimento della società di costruzioni Cidivin, che qui aveva il suo quartier generale, guidata da Donatello Cividin. A raccontarlo sono gli stessi residenti che abitano le altre due strutture rimaste quasi del tutto “illese” dal crack. Si tratta dell’ex foresteria e di quella che un tempo era la casa del custode: sei appartamenti in tutto, ricavati e venduti dallo stesso Cividin e oggi immersi in questo paradiso verde a due passi dal cuore della città.

Sui campanelli della villa, al numero 16 di via di Romagna, si leggono ancora i nomi di alcune ditte collegate alla Cividin srl, tra cui “Le Palme srl” e “Cividin & co. Spa”. Come le cronache raccontano, la Cividin srl e la Cividin & co. Spa sono fallite nel 2015 e ora sono in mano all’avvocato Enrico Bran e al commercialista Giovanni Turazza, che curano il dossier fallimentare.

La magione torna ora per la terza volta all’asta, dopo due tornate andate a vuoto negli scorsi mesi. C’è però una novità: è stata inviata a Bran un’offerta per l’acquisto in blocco di villa, parco, 40 garage e il cantiere per una nuova costruzione. Il compendio non ingloba i cosiddetti “arredi ornamentali”. Un’altra offerta, invece, riguarda un secondo lotto per altri sei box. La nuova gara, che si terrà il 24 luglio, termine entro il quale far pervenire le offerte allo studio Bran, ha un prezzo base – corrispondente all’offerta già acquisita – pari a 1.558.935 euro per il primo lotto. Per il secondo, invece, l’offerta è di 130 mila euro.

Dall’ingresso principale, un tempo solcato dalle carrozze della famiglia Fontana, che iniziò a costruirla nell’800, e poi dagli Economo (a quest’ultima discendenza appartiene Ermione, cui deriva l’attuale nome del podere), si sale lungo un vialetto che porta alla villa e alle altre due case più piccole. Tra le bellezze dimenticate c’è la statua di un fauno, completamente deteriorata, in compagnia di una piccola sfera di vetro bianco latte, un tempo guscio di un lampione, spezzata a metà a terra. Attorno alla villa c’è un cantiere iniziato ma mai finito. Riguarda il progetto di una nuova residenza, che lo stesso Cividin aveva in mente di realizzare. Oltre agli “umani”, vaga libera nel parco anche Milady, l’ultima felina di una colonia di quaranta gatti.

La speranza di chi vive in questa residenza di lusso è che il nuovo acquirente non porti chiasso nel silenzio celestiale che regna qui oggi. Ben accetto sarebbe un progetto per un resort, con poche stanze e accessibile dunque a un numero limitato di ospiti. A pensarci bene, un hotel a cinque stelle, immerso nel verde, in città non c’è. Chissà che qualche ben intenzionato imprenditore, italiano o straniero, non ci faccia un pensierino.

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