Vitalizio ai parlamentari: il più ricco spetta a Bordon

Sono 9 gli ex deputati e senatori triestini che percepiscono l’indennità mensile “Tex Willer” prende 6mila euro, seguono Cuffaro e Tombesi . C’è anche Magris

Chissà quanto gli frutterà il business della sorprendente abbinata energia-alghe in cui si è lanciato dopo aver lasciato il mondo della politica? Mondo che peraltro ha amato con la passione del sindaco (con il Pci alla guida della natìa Muggia) prim’ancora che con quella del sottosegretario, poi del ministro (dei Lavori pubblici, e successivamente dell’Ambiente) e del senatore. Di sicuro, nuovi introiti a parte, una solida base “Tex” Willer Bordon - congedatosi dal Parlamento con tanto di pre-annuncio tv al fianco di Crozza - ce l’ha e per questa deve ringraziare proprio la sua attività politica, che lo ha visto passare dal Pci al Pds per “accentrarsi” poi confluendo nella Margherita e avvicinandosi infine a Dini. Un’iniezione di denaro, la sua, da 6.507 euro al mese: a tanto infatti ammonta il vitalizio assicuratogli dal suo passato da parlamentare.

C’è proprio Bordon, infatti, in testa alla classifica degli ex deputati e senatori triestini che godono della pensione per gli anni passati a Montecitorio o a palazzo Madama. Il quadro locale emerge dall’inchiesta dell’Espresso che specifica come per i deputati eletti ante 2008 valga il regolamento del 1997 con cui l’Ufficio di presidenza della Camera afferma che quanti abbiano fatto il loro ingresso a Montecitorio dopo il 1996 versando i contributi almeno per cinque anni hanno diritto a ricevere il vitalizio a 65 anni. Un limite che il regolamento “concede” di abbassare, di un anno alla volta, per ogni anno di mandato parlamentare dopo i cinque che fungono da base contributiva. Al Senato, discorso simile per gli eletti prima del 2001, ma dai 65 anni si può “scendere” anche con un solo quinquennio alle spalle. Chi invece a palazzo Madama ci è arrivato dal 2001 in poi deve attendere il suo 65.o compleanno, con il vincolo dei cinque anni di contributi versati ovviamente.

I vent’anni di periodo contributivo, con la presenza in Parlamento prima alla Camera tra gli anni Settanta e Ottanta e dal 1994 da senatore, valgono ad Antonino Cuffaro, grande vecchio del Pci e poi in Rifondazione comunista, un vitalizio da oltre cinquemila euro al mese. Di 3.190 euro è invece la “pensione” da ex parlamentare di Gualberto Niccolini, espressione a metà degli anni Novanta dell’alleanza fra Forza Italia e la Lega Nord, eletto con i colori forzisti, e di Giorgio Tombesi, storico esponente della Democrazia cristiana.

Dell’elenco fanno parte anche il cardiologo Fulvio Camerini, con il suo vitalizio da 2.126 euro, un passato politico nell’Ulivo e un’attualità che per lui ha i colori del Partito democratico, e pure Antonietta “Marucci” Vascon, capodistriana d’origine, nel 1994 eletta alla Camera con Forza Italia: per l’ex presidente del Consiglio provinciale gli euro sono 2.238.

Importo identico, questo, a quello destinato a Renzo de’ Vidovich, eletto deputato nel 1972 con l’Msi e successivamente passato all’esperimento Democrazia nazionale. Oggi nel Pdl, de’ Vidovich è noto per essere il presidente dell’associazione Dalmati. Di 2.142 è invece il vitalizio di Stojan Spetic, senatore eletto nel 1987. Prima nel Partito comunista, poi in Rifondazione, successivamente con i Comunisti italiani, Spetic ha ritrovato Rc all’interno della Federazione della Sinistra.

Nell’elenco c’è anche lo scrittore e germanista Claudio Magris, dal 1994 al 1996 in Senato, eletto all’epoca con la “lista Magris”, collegata al centrosinistra. Per lui, un vitalizio da 2.192 euro.

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