Voce della Luna, quindici società in corsa

Ammesse tutte le richieste di concessione. Tra gli aspiranti gestori del locale di Barcola anche cinque realtà da fuori provincia
Di Laura Tonero
L'ex rudere della Voce della Luna
L'ex rudere della Voce della Luna

Sono stati svelati ieri i nominativi dei partecipanti alla gara per aggiudicarsi le concessioni de La Voce della Luna, il locale di Barcola abbandonato ormai da anni. Quindici le società che hanno presentato un progetto per ottenere la concessione demaniale marittima e far rivivere quella struttura oggi in stato di degrado e abbandono. Cinque i candidati arrivati da fuori Trieste.

Le buste con la documentazione relativa ai concorrenti sono state aperte in una sala di corso Cavor, nella sede della Regione titolare delle funzioni amministrative per il rilascio, rinnovo e qualsiasi variazione delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricettive. Ad assistere c'erano i rappresentati di tutte e 15 le società che partecipano, i componenti della commissione esaminatrice e due referenti del Demanio. «I concorrenti - ha spiegato l'architetto Giorgio Adami, responsabile del procedimento, dopo un primo esame del contenuto dei plichi - sono stati tutti ammessi alla gara con riserva».

Dopo aver aperto le buste denominate "a" e contenenti i requisiti dei partecipanti, ora la commissione composta dal presidente Antonio Bravo, Francesca Durin e Roberto Prodan procederanno a verificare la documentazione fornita e successivamente ad aprire - giovedì prossimo alle 9.30 - le buste denominate "b" con all'interno i dettagli tecnici e i progetti che 15 architetti hanno realizzato per ridisegnare e riproporre in chiave più moderna La Voce della Luna.

A partecipare alla gara e a far pervenire l'offerta entro il 12 ottobre come previsto dal bando, sono state: la società che gestisce il bagno Sticco di Miramare, la Miramare Castello srl; La Terrazza srl che guida l'Ostello della Gioventù; la Navigando srl che gestisce l'omonimo ristorante sulle Rive; Copacabana Pizzeria di Brescia Francesco già alla guida del locale di via del Teatro Romano. E ancora: la società Tplf srl proprietaria della Cantina del Vescovo di via Torino. E poi ancora la Kapuziner Keller di Bruno e Gianni Vesnaver, la Gdm sas già alla guida di Bar Walter e Mal del Lupo che ha presentato un progetto molto ambizioso (la busta che conteneva la loro domanda era di grandezza quadrupla rispetto alle altre con una particolare presentazione del progetto), si dice supportato da investimenti di importanti imprenditori anche locali.

Sempre da Trieste sono arrivate le proposte della Rossini 8 srl che gestisce lo ZeroQuaranta, quella de La Boheme di Elisabetta Andreozzi Elisabetta, già gestore della pizzeria discopub 45 giri, e quella di una società temporanea d'impresa composta dalla cooperativa La Bora e da Eurospiagge ,che gestisce lo stabilimento dell'antica Diga.

La Voce della Luna ha suscitato interesse anche fuori Trieste. A partecipare alla gara c'e anche la Beautiful srl di Vicenza, società ben radicata come investimenti nella provincia di Udine e che si occupa di centri benessere. A contendersi quelle concessioni ci sono anche la società Al Caffè di Elisabetta Laurenti di Monfalcone; l'azienda Spray di Udine che gestisce alcuni locali; il Bar Punta Faro srl alla guida dell'omonimo stabilimento a Lignano e infine la Eps Italia, società di Tavagnacco che si occupa di eventi e di fornire attrezzature per grandi concerti.

La partita è aperta. «Abbiamo cercato di operare nella massima trasparenza, con grande disponibilità e chiarezza - osserva Adami - ora inizia la procedura di valutazione. La commissione lavorerà con il massimo impegno per chiudere l'iter nel più breve tempo possibile in modo da permettere di far riattivare l'attività in quel luogo quanto prima. Con il massimo rispetto per la vicenda che ha coinvolto La Voce della luna riteniamo sia giusto ridare dignità a quel locale che accoglie di fatto anche chi arriva in città».

Entro un mese si potrebbe arrivare all'aggiudicazione provvisoria. Il periodo di concessione “in palio” è variabile: la durata dell’affidamento può infatti andare da un minimo di sei a un massimo di venti anni. Il canone concessorio è stato fissato provvisoriamente in 2.116,78 euro all’anno, ma sarà rideterminato in base alla proposta di infrastrutturazione del vincitore del bando. Da indiscrezioni gli investimenti messi sul piatto dalle diverse società che hanno partecipato alla gara vanno dai 300 ai 550 mila euro.

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