Volontario morto, nessun responsabile

Prosciolti il comandante della polizia locale Muzzatti e il coordinatore Preite nel processo per la morte di Carmine Vitale
Bumbaca Gorizia 04.04.2009 Infortunio mortale Protezione Civile Carmine Vitale - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 04.04.2009 Infortunio mortale Protezione Civile Carmine Vitale - Foto di Pierluigi Bumbaca

Prosciolti. Sia il comandante della Polizia municipale Marco Muzzatti che il coordinatore della squadra comunale della Protezione civile Giacomo Preite.

È questa la sentenza (pronunciata dal Gup Massimiliano Rainieri) del processo relativo alla morte del volontario della Protezione civile di Gorizia Carmine Vitale che perì, nel 2009, dopo essere precipitato dal tetto di un capannone in via San Michele. Ieri era in programma l’ultima udienza. Per Muzzatti, difeso dall’avvocato udinese Federico Carnelutti, è stato disposto il «non luogo a procedere». Giacomo Preite - che aveva chiesto il rito abbreviato condizionato alla deposizione di due testi presenti all’infirtunio mortale - è stato prosciolto perché il fatto non sussiste.

A darne notizia il suo difensore, l’avvocato Alberto Tarlao, che esprime tutta la sua soddisfazione per l’esito del processo. Secondo il capo di accusa, la morte di Vitale era avvenuta per l’inosservanza di alcune norme sulla sicurezza nei posti di lavoro. La difesa dei due indagati invece aveva sempre sostenuto che Vitale, quando è avvenuto l’incidente, non stava effettuando lavori per la Protezione civile. Era salito di sua iniziativa sul tetto di un capannone vicino, che non apparteneva all’ente di volontariato. In altre parole, la caduta di Vitale non poteva essere messa minimamente in relazione ai lavori di manutenzione che si stavano effettuando sulla facciata della sede della Protezione civile.

L’incidente, come si ricorderà, avvenne la mattina del 4 aprile del 2009 e suscitò immediato cordoglio in tutta la città. Vitale, 56 anni, stava effettuando assieme ad altri colleghi alcuni lavori sulla facciata della sede di via San Michele. Avevano appena rimosso la scritta “Protezione civile”, operazione propedeutica alla tinteggiatura del magazzino. Tutto si era concluso senza eccessivi problemi tant’è che i quattro volontari impegnati nell’intervento stavano scendendo uno alla volta, servendosi dell’autoscala. Vitale si era allontanato da loro camminando sul tetto forse alla ricerca di una scala per scendere più velocemente, forse per verificare le condizioni della copertura: questo almeno emerse “a caldo”. Ed è stato in quel momento che avvenne la tragedia: l’uomo mise il piede in una zona del tetto particolarmente fragile, che cedette facendo cadere pesantemente al suolo Vitale, il quale morì per le gravi lesioni riportate.

(fra.fa.)

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