Votato il definitivo addio al villaggio “Muja turistica”

MUGGIA. «Il progetto del villaggio turistico e del porto nautico di Punta Sottile-San Bartolomeo proposto da Muia Turistica non si farà». L'assessore all'Ambiente del Comune di Muggia Fabio Longo è soddisfatto. Il consiglio comunale ha infatti deliberato la revoca della delibera sub-commissariale del 1996 che adottava il Prpc di iniziativa privata della cosiddetta “Muia Turistica 2”. Un progetto che tra attrezzature ricettive alberghiere e villaggio turistico prevedeva qualcosa come 32mila 603 metri cubi da costruire in zona Punta Sottile-San Bartolomeo.
Il piano attuativo adottato prevedeva per le attrezzature alberghiere una ricettività complessiva di 783 utenti di cui il 60% da destinarsi alle strutture relative al villaggio turistico pari a 420 utenti, per le strutture destinate alla balneazione e alle attività nautiche una superficie coperta di 2mila 520 metri quadrati con un'altezza massima di 3,50 metri. Grandissima soddisfazione per la revoca della delibera che di fatto segna lo stop al progetto è stata espressa dall’assessore Fabio Longo. L’esponente dell’Italia dei Valori ha ricordato come nel 2009 il consiglio comunale aveva espresso la previsione di salvaguardia di tutto il versante costiero e la protezione dei beni culturali, archeologici e paesaggistici. Anche nel 2011 negli indirizzi generali della nuova amministrazione Nesladek si era evidenziato come “dal vecchio piano regolatore dovranno essere tolte le contraddizioni come quelle che “riconoscono le zone di pregio ambientale e contestualmente destinano le stesse a interventi edificatori speculativi”.
Inoltre Longo ha evidenziato come nel 2004 la Sovrintendenza paesaggistica sull'area del progetto aveva evidenziato come la spiaggia fosse “inutilizzabile per qualsiasi interramento o modifica della linea di costa”. Applausi per la revoca anche da parte del consigliere comunale del Pd, Marco Finocchiaro: «Grazie all'ottimo lavoro degli uffici comunali, Avvocatura civica e servizio Pianificazione territoriale, abbiamo compiuto un atto con cui probabilmente si conclude una lunga battaglia decennale contro un’idea di sviluppo turistico non sostenibile del nostro territorio e contro il piano regolatore di Dipiazza/Gasperini». Una battaglia 2iniziata nel 2001 con Gianmarco Scarpa, capogruppo dell’opposizione del gruppo consigliare dell’Ulivo nella consigliatura Gasperini e quando Nerio Nesladek era presidente della sezione muggesana di Legambiente.
Per Finocchiaro «è singolare il voto di astensione di parte dell'opposizione, nonostante le dichiarazioni di contrarietà al Prpc, per il timore di eventuali ricorsi dei proponenti. Ma chiaramente anche in questo caso il Pdl non si è assunto le proprie responsabilità e il mandato ricevuto dagli elettori». Christian Gretti, consigliere comunale Pdl, risponde: «Credo che qualcuno non abbia ancora capito cosa vuol delibera sub-commissariale e soprattutto da chi è stata fatta. Singolare poi tirare in ballo per l’ennesima volta il Piano regolatore Dipiazza/Gasperini facendo finta di dimenticarsi quelli precedenti, vigenti nel 1996». Gretti in consiglio ha evidenziato le due strade che adesso si prospettano: «o un accordo con la proprietà o una causa legale. Non avendo avuto una risposta esaustiva, da parte della maggioranza, sulla prima mi vien da pensare che si imboccherà la seconda, da qui la decisione di astensione da parte del Pdl».
Finocchiaro ammette: «È vero che il piano regolatore, prima dei dieci anni di governo della città da parte del centrodestra, prevedeva in quella ed altre zone del territorio piani di sviluppo turistico oggi non più sostenibili, ma questa era la risposta che la sinistra di allora aveva cercato di dare alle chiusura dei cantieri navali e alle grandi dismissioni degli insediamenti industriali. Le colpe di Dipiazza e Gasperini – conclude Finocchiaro - sono quelle di aver approvato dei piani regolatori, successivamente al 1996, che non solo confermavano scelte sbagliate di decenni prima, ma ampliavano a dismisura la possibile speculazione edilizia ed il consumo del territorio». Una speculazione e un consumo che ora hanno subito uno stop molto importante.
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