A bordo delle barche che hanno scoperto il mondo per un viaggio fantastico

“Nutrimenti” pubblica il volume dell’architetto navale Héron con le imbarcazioni più famose della storia della navigazione

la recensione



Se amate il mare, le vele e le navi spinte solo dalla forza del vento oggi avete di che saziare il vostro desiderio e i vostri occhi. Un architetto navale francese, Jean Benoît Héron ha realizzato con la matita e gli acquarelli un volume in cui offre alla vista le riproduzioni di oltre 30 fra le imbarcazioni più famose nella storia della navigazione e delle grandi esplorazioni. L’autore parte dall’antichità e sconfina nel mito come nel caso dell’Argo di Giasone, ma il nucleo centrale della sua narrazione per immagini è riservato alle navigazioni oceaniche in cui spiccano i nomi della Victoria di Magellano, dell’Endeavour di James Cook, della Beagle di Charles Darwin a cui si affianca nelle esplorazione polari, la Fram di Fridtjof Nansen.

Oltre alle forme degli scafi Jean Benoit Heron ha definito minuziosamente i dettagli della costruzione di ogni scafo, dell’organizzazione degli spazi, delle dimensioni delle stive e della lunghezza. Ma ha anche messo in relazione l’evoluzione delle navi con quella degli strumenti di navigazione. Quadranti, bussole, sestanti, cronometri.

Il libro ha per titolo “Barche che hanno scoperto il mondo” ed è stato stampato da “Nutrimenti” (pagg. 128, euro 19), una raffinata casa editrice che ha voluto proporre al lettore italiano la precedente edizione messa in vendita un paio d’anni fa in Francia.

“Il primo giro del mondo a vela”: è il titolo del capitolo dedicato all’impresa di Magellano, salpato da Siviglia il 10 agosto 1519. Oltre alla Victoria scesero verso il mare lungo il Quadalquivir altre quattro navi, nessuna delle quali sarebbe riuscita a rientrare in Europa. L’Atlantico viene percorso senza difficoltà ma la ricerca di un passaggio verso l’oceano Pacifico si rivela devastante. «Magellano commette il madornale errore di continuare a navigare senza ripristinare le riserve di cibo e acqua. I suoi uomini restano per tre mesi senza provviste, nutrendosi di segatura, di topi e di cuoio» scrive Jean Benoit Heron. La fame, le malattie, gli scontri con gli indigeni falcidiano la spedizione. Magellano viene ucciso dagli abitanti dell’isola di Maetan, ma la Victoria, dopo aver doppiato il Capo di Buona speranza rientra a Siviglia il 6 settembre 1522. A bordo solo 18 sopravvissuti dei 240 marinai partiti tre anni prima.

James Cook iniziò a navigare come mozzo a bordo di una nave carboniera e diventò il più grande esploratore inglese dei mari con la sua Endeavour, un brigantino a palo di 32 metri di lunghezza con una novantina di uomini di equipaggio. Disegnò la carta dell’oceano Pacifico, guidò i naturalisti verso nuovi mondi e dimostrò la precisione del cronometro di John Harrison, la “chiave” a lungo cercata per una navigazione più sicura.

«Charles Darwin ha 22 anni e soffre di mal di mare. A fatica è riuscito a ottenere dal padre, finanziatore della spedizione, il permesso di imbarcarsi sulla Beagle del capitano Robert Fitzroy» scrive Jean Benoît. La Beagle è una corvetta della marina britannica, trasformata in nave oceanografica nel 1825. La spedizione ha come obiettivo quello di redigere le carte nautiche della costa dell’America meridionale. Ma il viaggio si trasforma, diviene la premessa di uno dei più significativi passi in avanti della scienza. Darwin acquisisce le prove che gli consentiranno di formulare la teoria dell’evoluzione della specie, uno dei pilastri della biologia moderna.

Molte pagine e minuziosi disegni sono dedicati alle esplorazioni polari, alla battaglia delle navi contro la morsa del ghiaccio. Al centro della narrazione la Fram, la goletta lunga 39 metri che l’esploratore Fridtjof Nansen progettò con l’assistenza dell’architetto Colin Archer, proprietario di un famoso cantiere norvegese. La goletta, secondo gli storici è la nave in legno che ha navigato più a Nord. Sfugge alla morsa del ghiaccio grazie alla particolare forma dello scafo che anziché resistere alla pressione, la usa per farsi sollevare sulla banchisa. Elica e timone sono disegnati per essere ritratti e gli alloggi permettono ai 17 uomini dell’equipaggio di sopravvivere a bordo per tempi lunghissimi, anche anni. Oggi la Fram è visibile nel museo a lei dedicato. —



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