A PORTOGRUARO DALL’8 settembre

Per festeggiare Gillo Dorfles, il critico, scrittore e pittore triestino che vive a Milano, Portogruaro propone una mostra a lui dedicata. S’inaugura infatti venerdì 8 settembre alla Galleria...
Per festeggiare Gillo Dorfles, il critico, scrittore e pittore triestino che vive a Milano, Portogruaro propone una mostra a lui dedicata. S’inaugura infatti venerdì 8 settembre alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Ai Molini”, situata in due mulini di origine medioevale, una personale di una trentina di ritratti/autoritratti disegnati e/o acquarellati nel corso degli ultimi vent’anni dal maestro. Che, lasciata Trieste per gli studi universitari di Medicina che lo portarono a Milano e a Roma, ha operato e viaggiato in tutto il mondo, conducendo un’instancabile, appassionata attività di studio e di creatività artistica declinata nell’ambito della pittura, della scultura e del design. E perseguendo, nel contempo, una ricerca nell’ambito del linguaggio artistico d’avanguardia con la fondazione nel 1948, assieme a Bruno Munari e ad altri, del Movimento Arte Concreta teso alla realizzazione di un'arte non figurativa e più precisamente di un astrattismo libero da qualsiasi mimesi e rapporto con la realtà esterna, in opposizione alla figurazione e all’astrazione lirica.


Organizzata con l'Associazione Giovani Pittori Spilimberghesi e curata da Boris Brollo, la rassegna, che rimarrà aperta fino al 29 ottobre, si dilaterà poi in un’altra sala dei Molini, dove verrà esposto un gruppo di opere realizzato a più mani con il pittore Cesare Serafino, di cui Dorfles riporta un lusinghiero giudizio nel libro intitolato “Gli artisti che ho incontrato” (Skira, 2015). Assieme a dei lavori creati con i bambini della scuola primaria “P.P.Pasolini” di Pordenone nel 2015. Ed ecco chiarita la motivazione del titolo dell’esposizione, “Gillo Dorfles & Co”.


Allora, infatti, alcuni piccoli alunni delle Scuole dell’Infanzia di Spilimbergo e Pordenone, coadiuvate da Serafino, artista spilimberghese dalla pittura gestuale volta alla ricerca degli archetipi dell’uomo, si erano confrontati con la poesia di Pier Paolo Pasolini intitolata “Alba”, interpretandola attraverso tempera su cartoncino e carta da impacco, colo¬rati con le mani e i piedi.


«O petto svegliato dal nuovo sole! O mio caldo letto bagnato di lacrime! Con un’altra luce mi sveglio a piangere i giorni che volano via come ombre», scriveva nell’amata lingua friulana il poeta. E il suo tormento interiore, visualizzato dai bambini, è stato successivamente “ritoccato” da Dorfles nel suo studio di Milano, attraverso il segno libero, introspettivo e inquieto del maestro di origine triestina. Che ha poi dedicato questi lavori ai piccoli artisti. La sua molla vitale è stata sempre per altro la curiosità, che ne ha eternato la giovinezza interiore. Così come accade appunto nei ragazzi.


Marianna Accerboni




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