A Trieste apre la contro-mostra su D’Annunzio «Fu un antidemocratico, carte alla mano»

Alla Biblioteca Statale si inaugura oggi un’esposizione di libri, documenti, fotografie sull’impresa di Fiume



Dai velluti e dalle luci soffuse di ‘Disobbedisco’ alla sobrietà degli ambienti della Biblioteca statale ad essere protagonista è ancora l’impresa di Fiume, ma passando dall’allestimento al Salone degli incanti dello scorso anno al ‘Fiume di storie’ che si inaugura oggi pomeriggio alle 17 il cambio di paradigma è totale. Nella mostra del 2019 voluta dal Comune e con, a corollario, la statua del Vate che tanto fece discutere, c’era il trionfo del mito dannunziano firmato da Giordano Bruno Guerri. Qui invece il visitatore è guidato attraverso un percorso storico-documentario che inquadra l’avventura fiumana con un rigoroso approccio didattico. A curare la parte scientifica della mostra, che vuole essere il coronamento del ciclo di conferenze che si è svolto da settembre a dicembre del 2019, e che aveva visto la partecipazione di oltre 700 persone, sono gli storici Raoul Pupo e Fabio Todero. Diversi gli enti e istituzioni che, con la Biblioteca statale e l’Istituto per la Storia della Resistenza in Fvg che ne sono i promotori, hanno collaborato alla sua realizzazione, anche in veste di prestatori di documenti e cimeli, come la società di Studi fiumani, l’Archivio di Stato di Trieste, il dipartimento di Scienze politiche dell’ateneo giuliano, il Consorzio culturale del monfalconese, la deputazione di Storia patria per la Venezia Giulia.

All’ingresso un totem proietta un filmato dell’Istituto Luce sui cinquecento giorni dell’occupazione dannunziana e introduce un percorso con pannelli a muro – il cui testo è firmato da Raoul Pupo e la grafica curata dagli studenti dell’Enaip di Pasian di Prato - e vetrine che ospitano cartoline, libri, cimeli e giornali d’epoca. Si possono vedere alcuni volumi della ricca produzione letteraria del Vate, tra cui una edizione del ‘Canto novo’ stampata in 600 esemplari, e altri libri che ricordano l’impresa, come quelli Giovanni Host Venturi ed Edoardo Susmel, alcuni numeri dei giornali stampati a Fiume durante la reggenza del Carnaro, come la Testa di ferro e la Vedetta d’Italia, i fonogrammi delle autorità militari che registravano allarmate la diserzione di alcuni aerei partiti alla volta di Fiume.

Se il centenario dell’impresa fiumana ha dato l’occasione ad alcuni saggisti di darne una lettura compiaciuta, mettendo in evidenza il brulicare di energie che vi si respirava, la mostra della Statale rimanda invece un giudizio netto: fu condotta da un uomo non assimilabile al totalitarismo fascista, ma nemico della democrazia e attore del crollo dello stato liberale; da essa il fascismo attinse molte cose, non solo un paludamento esteriore - i motti come il celeberrimo ‘me ne frego’, che pare fosse stato pronunciato dall’autista di un autoblindo che voleva raggiungere Fiume – ma un largo uso della violenza politica, tra cui la pratica di somministrare olio di ricino agli avversari. Insomma si trattò di una prova generale, confusa ma pericolosa, di quello che poi mise in atto il fascismo.

La mostra, allestita nelle sale espositive del secondo piano della Biblioteca statale, sarà visitabile a ingresso gratuito fino al 20 novembre con orario 10-12 e 16-18 da lunedì a venerdì, il sabato 10-12. L’accesso è consentito solo su prenotazione, e riservato al massimo a 12 persone, telefonando alla biblioteca (040300725) o scrivendo a: bs-scts.info@beniculturali.it. —



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