A Venezia “cartoline” d’arte dal mondo

È la mostra Imago Mundi della Fondazione Benetton: 6930 autori con opere mignon

VENEZIA. Potremmo definirla una Biennale d'arte bonsai: opere grandi come una cartolina, 10x12 centimetri, realizzate da 6.930 artisti provenienti da 40 paesi. Il volto dell'arte dei 5 continenti a sintetizzare l'Imago Mundi - questo il titolo della mostra - contemporanea. A promuovere questa singolare esposizione Luciano Benetton con la sua Fondazione di Studi e Ricerche che fino al 1° novembre darà vita a Venezia nei saloni della Giorgio Cini ad una sorta di "art global patchwork": «Questa mostra - ci tiene a spiegare - ha per me un significato molto speciale. La vastità di artisti presenti riproduce in un certo senso il mondo ideale che vorrei. Un mondo senza confini e senza barriere politiche, ideologiche o religiose. Dove si lavora per il bello. E dove libertà e diversità di espressione sono vissute come una grande ricchezza».

United colors of Benetton si potrebbe dire parafrasando un noto slogan per definire questo intreccio di visioni del mondo contemporaneo. Più di 20.000 immagini esposte in una sorta di immenso mosaico a offrire una mappa dell'arte su scala mondiale che unisce gli opposti, Nord e Sud, Occidente e Oriente. Paesi storicamente contrapposti e divisi sembrano finalmente dialogare in nome dell'arte: Nigeria, Sudafrica, Rwanda e ancora Cuba, Stati Uniti e poi Afghanistan, Iran, Israele, Siria e ovviamente Italia, Germania, Grecia, solo per fare alcuni esempi. Paesi e culture diverse, spesso contrastanti, a volte in conflitto, che in nome dell'arte si avvicinano e dialogano ma soprattutto diventano parte di un'immensa visione del mondo. Introdotta da un'installazione dell'architetto Tobia Scarpa, Imago Mundi appare sin da subito come una sorta di racconto senza soluzione di continuità, gli stessi espositori delle opere si aprono e si chiudono come le pagine di un libro in una sorta di infinita art-line contemporanea. Tra i paesi partecipanti anche la Croazia. A curare la selezione la triestina, Mara Rondi: «Gli artisti croati - spiega - hanno un approccio privilegiato con le dimensioni ridotte grazie al più grande maestro tardorinascimentale della miniatura, Julio Clovio, nato a Grizane, nell'entroterra quarnerino, e definito dal Vasari "un piccolo e nuovo Michelagnolo". Potremmo dire un'innata eredità genetica». Temi forti della sezione croata la natura e in particolare il mare, raccontati con le più diverse tecniche e stili pittorici. «Sicuramente l'artista più nota - continua - è Jagoda Buic, donna fantastica, vulcanica e di grande energia, alla quale, lo scorso anno, la città di Trieste e il Museo Revoltella hanno dedicato una grande retrospettiva in occasione dell'entrata della Croazia nell'Unione Europea. Scenografa, costumista, regista ma prima di tutto artista di fama internazionale le cui opere si trovano nei più importanti musei del mondo. Personalità di spicco dell'Istria è poi Dorina Vlakancic, artista e presidente dell'Associazione degli Artisti Croati dell'Istria nonché promotrice dei maggiori festival e mostre d'arte istriane. Altro artista di rilievo è Vlado Martek: poeta, scrittore, fotografo, performer e molto altro ancora. Personalità artistiche di spicco sono anche Dinko Svoboda e Fulvio Jurcic. Meno conosciuto, ma che sicuramente si farà notare in un prossimo futuro, il duo artistico Glava&Ruka (Testa&Mano): due studentesse dell'Accademia d'Arte di Zagabria che amano utilizzare materiali plastici per le loro installazioni».

Giovanna Pastega

Riproduzione riservata © Il Piccolo