Carmelo Nino Trovato scopre i Mondi astrali per Philippe Daverio

Si inaugura oggi al Magazzino 26 la personale dell’artista curata dal figlio del critico d’arte scomparso nel 2020

Francesca Schillaci
L’artista triestino Carmelo Nino Trovato di fronte a una sua opera della mostra “Mondi astrali”
L’artista triestino Carmelo Nino Trovato di fronte a una sua opera della mostra “Mondi astrali”

Le opere d’arte non devono essere spiegate. Si svelano naturalmente ad ogni osservatore. È un processo che accade spesso di fronte alla pittura metafisica. Questo tipo di approccio accade proprio di fronte alle opere dell’artista triestino Carmelo Nino Trovato, pittore e architetto riconosciuto nel panorama italiano e internazionale, che inaugura oggi alle 17.30 la sua nuova mostra “Mondi Astrali” nella sala Arturo Nathan del Magazzino 26 in Porto Vecchio, visitabile fino al 3 agosto. L’esposizione è stata presentata ieri dall’assessore alla cultura Giorgio Rossi ed è curata da Sebastiano Daverio, prodotta a cura di Marco Lorenzetti di MLZ, con il contributo di Elena Gregorio Daverio.

Dopo anni di profonda amicizia con il critico d’arte Philippe Daverio, Trovato apre un nuovo ciclo di pittura accompagnato dal figlio Sebastiano Daverio che ricorda con cura il suo primo approccio alle opere dell’artista triestino grazie ad «un dipinto di Nino che mio padre ha sempre tenuto appeso in camera da letto. La straordinarietà di quel quadro era il suo rinnovarsi continuo». È con “Mondi Astrali” infatti che Trovato ricorda il grande critico e amico Daverio, raccontando come la nascita di queste visioni sia avvenuta proprio in occasione della mostra del 2017 “Cristalli silenti” a Palazzo Gopcevich, presentata dallo stesso Daverio: «Osservando alcune mie opere– spiega Trovato – Philippe mi suggerì di leggere il romanzo allegorico “Hypnerotomachia Poliphili” del 1499 che parla di un viaggio iniziatico illustrato con xilografie misteriose».

Nello specifico, l’esposizione si dirama in tre grandi percorsi pittorici che hanno segnato la carriera dell’artista. Il primo è dedicato a un ciclo monografico di opere dagli anni ’70 agli anni ’90, dove è possibile ammirare anche uno dei primi autoritratti dell’artista (Autoritratto in azzurro), che mette in luce la profonda ricerca simbolista con riferimenti surrealisti all’arte di Leonor Fini e Salvador Dalì. A rappresentare il cuore pulsante di tutta la mostra è il percorso centrale, nel quale sono esposte tutte le opere dei “Mondi Astrali” realizzate tra il 2024 e 2025 in dittici e trittici dai colori incandescenti, portatori di mondi paralleli, luoghi ammalianti che raccontano un processo spirituale tanto quanto una presenza consapevole nella realtà terrena. Opere inedite, dipinte su acetato che ricalcano dimensioni interiori dell’artista nella sua fusione tra intimismo e natura.

Il terzo percorso è rappresentato invece dalla serie “Cristalli Silenti” e ”Acque Sognanti” che accompagnano anche opere di grandi dimensioni come “Il sangue puro della Rosa”. Quest’ultimo ciclo raccoglie i lavori degli anni 2000 durante i quali Trovato ha messo in dialogo flussi di coscienza con architetture mistiche che si dipanano e amplificano in opere d’arte oniriche e trascendenti. Nel complesso di tutta la mostra, è impossibile non notare i riferimenti all’arte di De Chirico, ma anche all’esoterismo junghiano che in molte sfumature ricalca suggestioni riferibili alla teosofia di Rudolf Steiner.

Una ricerca assidua, silente e intima insomma esplode nelle opere di Trovato fino a creare nell’osservatore una dimensione disturbante per chi non è allenato allo sguardo intimo dell’io, ma dona anche una profonda rivelazione di un paesaggio interiore che ognuno possiede e che è possibile indagare con i linguaggi creati dall’artista. «Sono luoghi senza tempo - scrive Sebastiano Daverio - sospesi fra scienza e poesia, fra ragione e intuizione. Sono opere che rivelano nuovi dettagli e profondità inaspettate, una sorta di caleidoscopio psichedelico che non ha bisogno di essere spiegato, perché altrimenti si rovinerebbe il gioco magico dell’arte più autentica».—

Riproduzione riservata © Il Piccolo