Addio a Jack Bruce, se ne va il più grande bassista del rock

ROMA. È morto a 71 anni, nella sua casa del Suffolk, Jack Bruce, cantante e bassista del leggendario gruppo rock degli anni ’60 “Cream”. Il musicista è stato stroncato da un’insufficienza epatica....

ROMA. È morto a 71 anni, nella sua casa del Suffolk, Jack Bruce, cantante e bassista del leggendario gruppo rock degli anni ’60 “Cream”. Il musicista è stato stroncato da un’insufficienza epatica. Si era sottoposto a un trapianto al fegato nel 2003, dopo essersi ammalato di tumore, un’operazione che aveva rischiato di essergli fatale a causa di un rigetto. Considerato tra i bassisti più influenti della storia del rock, Bruce aveva fondato i “Cream” nel 1966 insieme al chitarrista Eric Clapton e al batterista Ginger Baker. Nella sua breve ma intensissima carriera (quattro album in studio in tre anni di attività), la band diede un contributo fondamentale alla nascita dell’hard rock, traghettando il blues attraverso gli anni della psichedelia e rileggendolo in un’ottica più aggressiva e virtuosistica. Dotato di un retroterra jazz, Bruce elaborò uno stile particolarmente tecnico e originale in un’epoca nella quale, in ambito rock, il basso era quasi sempre relegato a una mera funzione di accompagnamento ritmico. Nei pezzi dei Cream, il musicista inglese diede invece alle quattro corde una funzione complementare a quella della chitarra nella costruzione delle linee melodiche, con fraseggi complessi e dalla forte presa (celeberrimo il giro di “Sunshine of your love”), uno stile che il suo compagno di sezione ritmica trovava all’inizio esasperante. Erano infatti le divergenze creative all’origine delle leggendarie e violente liti (spesso avvenute sul palco) che contrapponevano Bruce e Baker ai tempi della loro militanza della Graham Bond Organisation, prima che venissero reclutati da Clapton per dare vita ai Cream. Uno dei primi “supergruppi” a essere concepito come tale sin dalla fondazione e “power trio” per antonomasia, i Cream erano stati chiamati così proprio perché i loro componenti all’epoca erano considerati tra i musicisti più dotati (ovvero, la «crema») dell’intera scena blues rock britannica.

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