Addio Frey, con gli Eagles 150 milioni di dischi

NEW YORK. «Era come un fratello per me». Don Henley piange Glenn Frey, il chitarrista, cantante e fondatore degli Eagles morto domenica a Los Angeles a 67 anni per una drammatica combinazione di artrite rematoide, polmonite e colite ulcerosa e le conseguenze di un'operazione all'intestino. Frey era nato a Detroit ma sognava la California fin da ragazzo, cresciuto in una città dalla tradizione musicale polarizzata tra la grande musica black, la Motown, il rock selvaggio di Stooges e Mc5. Così, alla fine degli anni '60 si trasferì a Los Angeles per entrare in contatto con l'ambiente degli studi di registrazioni. E sarà proprio durante una session per Linda Ronstadt che si formerà il nucleo originale degli Eagles: Don Henley, cantante e batterista, il bassista Randy Meisner e il tastierista Bernie Leadon. Nascono gli Eagles con una formula che nel tempo creerà tensioni a non finire: una band senza un vero e proprio leader, dove la responsabilità della voce solista cambia a seconda dei brani così come la firma sotto i brani. Tra cambi di formazione e scioglimenti, gli Eagles passeranno alla storia come uno dei gruppi più litigiosi di sempre. Fin dall'inizio la formula scelta è un raffinato country rock. L'esordio è del 1972, seguito da «Desperado», con alcuni classici, e poi dai titoli che faranno entrare gli Eagles nella storia: «On The Boarder», «One of these Nights» e poi il trionfo, «Hotel California», un album da 30 milioni di copie che, come nella title track, con suoni eleganti e patinati descrive la faccia oscura del sogno californiano.
Le tensioni nel gruppo aumentano, aiutate da uno stile di vita da alta classifica anche per quel che riguarda gli eccessi fino ad esplodere nel 1980 con l'inevitabile scioglimento. Frey si dedica alla musica per il cinema, piazza «The Heat Is On» nella colonna sonora di «Beverly Hills Cop», fa un cameo in «Miami Vice» e un'apparizione in «Jerry Maguire». In tutto pubblicherà da solista cinque album ma è difficile fare paragoni con gli Eagles che hanno venduto 150 milioni di dischi e pubblicato un celeberrimo «Best», «Their Greatest Hits 1971-1975» che è il secondo album più venduto della storia dopo «Thriller». Gli Eagles si riformano nel 1994 per i tour celebrativi: nel 2014 hanno suonato a Lucca. Il più commosso nel commentare la sua morte è stato Don Henley. «Eravamo come una famiglia e come in tutte le famiglie ci sono stati dei problemi - scrive Henley - ma il legame che abbiamo stretto 45 anni fa non si è mai interrotto. Incrociare il cammino con Glenn Frey nel 1970 ha cambiato la mia vita per sempre».
Riproduzione riservata © Il Piccolo