Addio Livio Sossi, sapeva vedere nei bambini i lettori di domani

Se n’è andato ieri mattina nel sonno il triestino Livio Sossi, uno dei più autorevoli esperti di Letteratura per l’infanzia, nato il 18 ottobre del 1951. È scomparso quasi in punta di piedi, come una di quelle creature magiche che amava.
Sossi sul fronte letterario dell’infanzia aveva molte competenze. Non solo per gli studi e la ricerca, anche perché prima della docenza universitaria aveva insegnato alle scuole elementari. I bambini li conosceva bene, bastava chiacchierare con lui per qualche minuto per capire la passione che lo alimentava. Sapeva perfettamente intuire ciò che i bambini gradivano quanto a scrittura e illustrazione, per cui ne forgiava dei perfetti lettori. «Bisogna pensare al bambino reale, non ideale», ripeteva spesso. E per “ideale” intendeva come il bimbo viene idealizzato dagli adulti e quindi pensato in maniera proiettiva ed errata. Un libro necessario – per chi volesse saperne di più sul genere, ma anche per l’istruzione di genitori sensibili a un figlio quale potenziale lettore – è indubbiamente il volume “Metafore d’infanzia”, uscito per Einaudi nel 1998.
Alla scrittura saggistica e alla docenza all’Università di Udine, Livio Sossi univa mille altre attività. Tutti gli autori per ragazzi lo conoscevano ed era amico di tutti i migliori scrittori per l’infanzia. D’altra parte basta aver assistito ai suoi interventi alla più grande fiera del libro per ragazzi, a Bologna, per individuare le lunghe file di scrittori e illustratori che chiedevano un consulto. Livio sapeva in pochi istanti riconoscere il talento e sapeva anche dove indirizzarlo in base alla linea delle tante case editrici. Oltre a essere consulente editoriale dirigeva alcune collane per Falzea, Albalibri, Edicolors, senza contare le molte iniziative culturali, sempre con lo scopo di promuovere autori e illustratori. Una tra tutte: il Premio Farfalle a Bordano, il paese friulano delle farfalle che nell’occasione del riconoscimento potenziava la sua vena magica, complici le molte ali dipinte sulle pareti delle case.
Soprattutto è stato un grane innovatore del genere. Rispetto ai “C’era una volta…”, Sossi ha saputo promuovere anche in Italia una letteratura per bambini e ragazzi moderna, con temi forti come la diversità, la disuguaglianza, l’arte, tutto con registri che il bambino sente suoi, aggiornando i genitori e gli insegnanti a letture come Roald Dahl o Bianca Pitzorno. Ma ha saputo anche sdoganare i temi considerati più trasgressivi, come l’antiautoritarismo in letteratura, l’omosessualità, la scoperta del sesso, la morte, promuovendo artisti oggi considerati tra i più importanti, da Roald Dahl a Christine Nostlinger, Roberto Piumini, Angela Nanetti e molti altri.
E per farlo, insisteva Sossi, per innovare la letteratura per i più piccoli, una delle componenti fondamentali doveva essere l’ironia, possibile a tutti i livelli, anche nella divulgazione scientifica come nelle vecchie collane di Salani “Brutte storie” e “Brutte scienze”.
Tra i riconoscimenti più importanti ha ricevuto il Premio Fantasia d’Oro per la critica e la Medaglia d’oro del Ministero della cultura della Repubblica Slovacca per la sua opera di promozione della letteratura. Di lui rimane un necessario insegnamento, ripetuto più volte, fino alla fine: «Il problema non è far leggere i ragazzi, ma fargli incontrare i libri giusti». —
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