Addio Mambor, mezzo secolo di sperimentazioni

ROMA. Avrà luogo oggi in Campidoglio l'ultimo saluto all'artista romano Renato Mambor, tra i protagonisti dell'arte italiana fin dagli anni '60. La cerimonia si svolgerà dalle 10 alle 12 nella Sala della Protomoteca. Morto l’altra notte a Roma, Mambor aveva 78 anni ed era stato compagno di strada di Pascali, Ceroli, Schifano, Festa, Kounellis, con i quali ha fatto parte di quella che storicamente è stata definita Scuola di Piazza del Popolo. Uno spirito di ricerca mai sopito quello di Mambor, tanto che ha continuato fino in fondo la sua incessante ricerca espressiva. I suoi oltre cinquant'anni di produzione artistica sono stati tutti vissuti nel segno della ricerca e della sperimentazione, pioniere del concettuale sin dai primi lavori e precorrendo i tempi in un costante sconfinamento dalla pittura in altri linguaggi quali la fotografia, il cinema, la performance, le installazioni, il teatro. Una strada mai abbandonata.
Nato a Roma il 6 dicembre 1936, Renato Mambor esordisce con l'invenzione di un'immagine figurale fredda e spersonalizzata attraverso l'uso di sagome statistiche, segnali stradali, ricalchi fotografici, stampigliatura di timbri e rulli. Tra il 1968 e il 1970 estende il suo interesse alla fotografia e all'happening, con le “Azioni fotografate”, mentre prosegue l'interesse, emerso fin dagli anni '50, per la dimensione teatrale e attoriale, partecipando a seminari di Fersen con Paola Pitagora (alla quale è stato legato sentimentalmente) e ricoprendo ruoli in alcuni film. Segue un decennio di sperimentazioni, che nel 1987 riportano Mambor al punto di partenza (ma con ben altra consapevolezza) costituito dalla pittura.
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