Al Revoltella rivive l’avventura del batiscafo “Trieste” di Picard

TRIESTE Sessant’anni fa, il 23 gennaio 1960, il batsicafo “Trieste” con a bordo Jacques Piccard, figlio di Auguste, e Don Walsh, della U.S. Navy, raggiunse il punto più profondo della terra a quasi undicimila metri sotto il mare nella Fossa delle Marianne. Un’impresa straordinaria che portò il nome di Trieste nel mondo. E per ricordare “L'Avventura del Batiscafo Trieste” la casa di produzione Sine Sole Cinema, che sta lavorando a un documentario sull’impresa, organizza una conferenza-evento in collaborazione con la casa editrice Italo Svevo in occasione del Science in the City festival - ESOF 2020 Trieste Capitale Europea della Scienza.
La conferenza, che parlerà del batiscafo Trieste, simbolo di eccellenza scientifica nel mondo, si terrà giovedì alle 17.30 all’Auditorium "Marco Sofianopulo" del Museo Revoltella a Trieste in via Diaz 27, ingresso libero con prenotazione (mail: info@batiscafotrieste.com,e pagina Fb BatiscafoTrieste).
Si parlerà fra l’altro di uno dei personaggi sostenitori di quest'impresa, Diego de Henriquez, storico e collezionista triestino, e dei Piccard che fecero partire da Trieste nel 1953 questa grande avventura italo-svizzera per arrivare poi a 10.917 metri sul fondo dell'Oceano Pacifico, record assoluto. Presenti all'evento il giornalista e scrittore Pietro Spirito, lo storico Raoul Pupo, l'ingegnere navale Alberto Marinò e lo scrittore Enrico Halupca, autore del libro “Il Trieste” (Gaffi Ediotre).
Il tutto sarà arricchito da filmati e documenti originali. A concludere la serata, una lettura a cura dall'attrice Elke Burul, che ricorderà in un breve monologo un’altra figura molto vicina a Jacques Piccard nella realizzazione dell’impresa, Yolanda Versich. L'evento farà da volano ad un progetto più ambizioso: una docufiction sull'argomento, dal titolo “Il Trieste”, prodotta dalla casa di produzione cinematografica Sine Sole Cinema per la regia di Giovanni Ziberna. «Il Batiscafo Trieste - commenta Enrico Halupca - è oggi un mito per gli amanti di esplorazioni estreme, oceanografia e subacquea, ma potrebbe diventarlo anche per ecologi e operatori scientifici che a vario titolo hanno a cura la difesa dell’ambiente marino in particolare e in generale quella che è la nostra “Casa comune”». «Il Batiscafo Trieste - aggiunge Halupca - nacque allora dall’idea di poter far partire da Trieste un progetto che fungesse addirittura da modello per l’umanità per contrastare gli esempi di tecnologia bellica che si erano costruiti negli arsenali militari. In origine era un progetto prettamente scientifico, con un’idea pacifica e umanitaria». —
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