Alessandro Preziosi ritorna con Van Gogh: «Un genio di oggi»

Oggi al Verdi di Gorizia lo spettacolo diretto da Alessandro Maggi sulla vita del grande artista. «Non viveva per se stesso ma per far vivere le cose»



«Sono un grande fan di Trieste e anche de Il Piccolo, che ha accompagnato i miei primi anni di attore. Ricordo quand’ero ospite dei Pertot, la famiglia di imprenditori, in via del Molino a Vento. Trieste è il luogo che mi ha permesso di comprendere che il teatro è un’estensione della vita: nel senso che la vita entra sempre in ciò che si fa sulle tavole del palcoscenico». Oggi, alle 20.45, Alessandro Preziosi è al Verdi di Gorizia per “Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”, al Rossetti già approdato lo scorso anno; il testo è di Stefano Massini, la regia di Alessandro Maggi.

Per l’occasione, il teatro del capoluogo isontino è già da tempo esaurito. Il pensiero dell’attore, tuttavia, a Trieste va spesso e volentieri: «La mattina, per le prove racconta -, percorrevo viale XX settembre, tra freddo e vento, ma il tragitto mi aiutava molto a concentrarmi in quello che è stato uno degli allestimenti più belli dell’Amleto degli ultimi vent’anni. Poi, il rapporto con Trieste è rimasto importante, visto che ha ospitato tutti i miei spettacoli maggiori». Anche del Verdi di Gorizia, Preziosi era già stato ospite per il “Cyrano de Bergerac” nel 2013. E il rapporto con la regione intende ovviamente continuare: «A Trieste e al suo territorio sono molto legato. Dovendo scegliere, ho un particolare affetto per Opicina, per la zona del porto e per il Carso, dove c’è il mio amico Edi Kante che ha un’azienda vinicola. Spero, in questi giorni, di poterlo andare a trovare. Chissà se in città ci sono ancora certi ristoranti! Per esempio, mi ricordo, del Juice». È più probabile, tuttavia, che questa volta a ospitare l’attore sia qualche ristoratore goriziano.

«Di Van Gogh la cosa che più mi piace è il suo senso della morale – racconta ancora Preziosi –. Aveva un concetto etico del comportamento nei confronti delle donne, della pittura, degli affetti, lontano dall’ipocrisia generale di allora. Non viveva per se stesso, ma per far vivere le cose, in una totale dedizione all’altro, inteso come Creato (paesaggi, persone animali). Detesto, invece, la sua rinuncia a diventare adulto. Da questo punto di vista, è un esempio negativo, un po’come Jim Morrison, Amy Winehouse, Maradona: il loro genio si è trasformato in un boomerang di inaudita violenza. In ogni caso, Van Gogh, nel complesso, non è un esempio negativo: è un esempio da studiare, da conoscere, ma non da giudicare. Se lo giudicassimo commetteremmo un errore. E se ce lo trovassimo davanti non ci sentiremmo giudicati: anche questa è una sua caratteristica meravigliosa; al massimo, ci osserverebbe in una maniera un po’ossessiva». Preziosi può contare su un pubblico affezionato e fedele. Che interpreti Cyrano o Van Gogh poco importa: basta che sul palco ci sia lui. «Però - continua -, si può andare a teatro con una grande aspettativa e poi restare delusi. Invece, nel 99% dei casi, la gente finisce per essere travolta non da me o non solo da me, quanto dall’allestimento di cui faccio parte. E l’Amleto, il Cyrano, il Don Giovanni fino al Van Gogh hanno fatto tornare al pubblico la voglia di andare a teatro». —

Riproduzione riservata © Il Piccolo