Alla scoperta di preziose antichità e tesori naturali nell’Italia sommersa

Sui fondali dell’Isola del Giglio, là dove si incastrò la Costa Concordia, rimane poco di quell’epocale naufragio, che ha lasciato però un’amara memoria per l’intera nazione. Ma poco distante dallo...
Sui fondali dell’Isola del Giglio, là dove si incastrò la Costa Concordia, rimane poco di quell’epocale naufragio, che ha lasciato però un’amara memoria per l’intera nazione. Ma poco distante dallo scoglio destinato a rimanere a lungo negli archivi delle cronache, a Cala Cupa, si alza la Secca della Strega, che dai quaranta metri scende fino alla batimetrica dei 60 metri. È una calata «ricoperta di gorgonie rosse, spugne gialle e coralligeno, sempre pieno di aragoste nei suoi anfratti» e «deve il suo nome all’effetto che provoca sui visitatori che si immergono in questo sito per la prima volta».


Sì, perché si può rimanere stregati viaggiando fra le meraviglie sommerse dell’Italia. Se il Belpaese offre a turisti e visitatori una ricchezza senza pari lungo tutta la penisola, sui fondali che costeggiano il profilo dello “stivale” ci sono altrettanti luoghi straordinari, ricchi di storie e di natura. Ce lo raccontano
Francesco Saverio D’Aquino e Fabio Perozzi
nel libro
“Il meglio dell’Italia sott’acqua”
(Nut
rimenti, pagg. 162, Euro 19,00)
, ovvero “Dal Tirreno all’Adriatico, le immersioni da non mancare”. Un testo per viaggiatori e turisti subacquei, certo, ma non solo, perché il racconto degli autori, in un volume arricchito da splendide foto a colori, diventa racconto di avventure, di storie, di personaggi, di luoghi. Storie legate a naufragi e relitti dai più antichi ai giorni nostri, come i relitti di Ventotene di età classica, «tante sono le storie di navi di lusso di epoca romana che si avvicendavano durante il confino della figlia dell’imperatore Augusto, qui reclusa per le dissolute abitudini che le venivano attribuite». Oppure, arrivando alla seconda guerra mondiale, come i resti del bombardiere Junkers 88 lungo la costa ionica, a Santa Caterina di Nardò, o ancora il relitto dell’U-Boot 445 nelle acque di Genova, sottomarino di cui non si conosceva il destino fino al suo ritrovamento nel 2005.


Ma l’Italia sott’acqua non è solo quella del mare. Anche i laghi nascondo piccoli paradisi. Come il Lago di San Domenico, in provincia dell’Aquila il località Villago, o il Lago di Capo d’Acqua, sempre in provincia dell’Aquila. Sono laghi nati da bacini artificiali che hanno sommerso abitati e villaggi, e scendere in quelle acque significa effettuare «un vero e proprio viaggio» nel passato: la sensazione, nuotando fra i ruderi sommersi, «è quella di volare nella storia e nel tempo».
(p.spi.)


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