Amadeus dà l’addio alla Rai e sbarca sul canale Nove: «È tempo di nuovi sogni»

Il conduttore si congeda su Instagram: «Scelta non facile. Mai fatto richieste per i miei familiari. Non è nel mio stile»

Già si sapeva del divorzio dell’anno. Di Amadeus con la Rai, intendiamo. E del suo passaggio al Nove. Dopo Crozza, Fazio e Littizzetto, in ordine cronologico.

Da oggi, lunedì 15 aprile, ne siamo certi, l’ufficialità ha invaso i media dopo giorni di rumors che hanno rimbalzato ovunque. Sapete come funziona, no? La goccia è capace di scavare la pietra. Uguale. Il video di Ama, molto istituzionale, è comparso per respingere gli ultimi eventuali dubbi. Va o non va? Va.

«Lavorare in Rai per tanti anni è stato per me motivo di orgoglio, di responsabilità e di immenso piacere. Al servizio pubblico va il mio più sentito ringraziamento». L’incipit su Instagram è da manuale degli addii. Come pure la chiusa: «Adesso inseguo nuovi sogni».

Cosa potrebbe emerge di eventualmente pepato sollevando il tappeto di viale Mazzini, non lo sappiamo proprio. Nel senso del vero motivo della rottura, al di là degli stimoli professionali che andrebbero incasellati come elegante scusa

Un tempo la Fininvest offriva contratti miliardari e ci cascarono sia Mike sia Pippo, ipnotizzati dal flauto magico di Berlusconi. Bongiorno nel 1977 e Baudo dieci anni dopo. Ma per uno come Amadeus con cinque Festival di Sanremo stellari in saccoccia, qualunque domani, seppur luminoso, non sarà mai potente quanto il prima.

«Grazie a tutti i dirigenti che ho incontrato negli anni, che hanno riposto in me fiducia, garantendomi autonomia e serenità - prosegue il messaggio al popolo italiano del signor Sebastiani con la voce appena incrinata dall’emozione -. Non è stata per me una scelta facile, anche in considerazione degli sforzi importanti fatti dalla Rai per trattenermi e senza che io abbia mai fatto alcuna richiesta per favorire i miei familiari o per escludere miei passati collaboratori, a dispetto di quanto è stato fatto circolare sulla stampa negli ultimi giorni. Non è nel mio stile».

Ecco, sì. Qualcuno scrisse di eventuali richieste dello stesso Ama per buttare nel calderone mediatico anche la moglie Giovanna, da cui la precisazione. Mah, credo che uno stipendio possa bastare in famiglia, che dite?

Certo è che in Rai, da sempre, la politica è parte integrante della struttura. Non vai da nessuna parte se il Palazzo non dà il benestare. A volte capita che per anni ci si trovi uniti sotto una bandiera, poi d’un botto gira l’aria e non ti ritrovi più. Non è detto affatto che questo sia il movente, per carità. Ipotesi, soltanto ipotesi.

Ovviamente il sesto Sanremo sarebbe stato impossibile, nonostante i numeri pazzeschi rastrellati da Amedeo. Spunta il faccione abbronzato di Carlo Conti, l’accreditato numero uno a raccogliere la più bollente delle trasmissioni Rai. Anche perché, in fondo, è l’unico in circolazione a poterlo fare e con già l’esperienza del palcoscenico Ariston, il più tosto della Penisola. Cattelan è bravo, ma ha ancora ossa fragili per quel genere di operazione. A noi in Italia mancano presentatori e idraulici. Facciamocene una ragione.

Pare che Amadeus si porterà sul Nove “I soliti ignoti”. Se una buona parte di telespettatori speravano di non vederlo più il programmino di “cosa cavolo fa di mestiere quel tale?”, se lo ritroveranno qualche canale più in là. Spiace. È come il gioco delle tre carte, signori.

E “Affari tuoi”? Il giochino dell’ora di cena potrebbe finire a Stefano De Martino, questo è il nome più accreditato a governare i pacchi, dei quali mezza Italia farebbe volentieri a meno.

Nel tardo pomeriggio, sempre di lunedì pomeriggio, è arrivata anche la nota ufficiale di Viale Mazzini, che esprime «rammarico» per la decisione presa da Amadeus. «Ma resta, forte il senso di riconoscenza e di gratitudine per il percorso comune, costellato di grandi successi e di momenti che, come il Festival di Sanremo, sono entrati nella storia della Rai e del Paese».

Finalmente stanotte dormiremo sereni. —

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