Anita Kravos: «Nel nuovo film faccio i conti con i quarant’anni»

Il 18 gennaio al Trieste Festival “Seconda primavera” di Francesco Calogero protagonista l’attrice goriziana con la partecipazione di Nino Frassica
Di Elisa Grando

TRIETE. Un film sulle quattro stagioni dell'esistenza e sulla possibilità di far rifiorire il giardino della propria vita anche dopo una catastrofe: è "Seconda primavera" del messinese Francesco Calogero, in programma domenica 18 gennaio al Trieste Film Festival (16-22 gennaio) nella sezione Italian Screenings. Alla proiezione, oltre che all'autore, parteciperà anche l'attrice goriziana Anita Kravos, nel cast insieme a Claudio Botusso e Nino Frassica.

Calogero si occupa di cinema da più di trent'anni sia come autore di film ("La gentilezza del tocco", premiato anche col Sacher d'Oro da Nanni Moretti, "Cinque giorni di tempesta" passato alla Mostra di Venezia, "Metronotte" con Diego Abatantuono), documentari, regie liriche, docenze all'Università, lunghe esperienze al Festival di Taormina e come direttore al Festival di Messina. A Trieste era già stato nel 1987 («un ricordo indelebile», dice) invitato al Caffè San Marco al convegno "Nuove voglie di raccontare" organizzato da Cappella Underground e dall'Università di Trieste, per discutere dell'importanza dell'esordio cinematografico (nel suo caso, con "La gentilezza del tocco"). Adesso torna in città con un film tutto indipendente, girato con la sua casa di produzione Polittico, una storia che parte da due suggestioni: una villa messinese di proprietà dello scenografo Antonio Virgilio e l'idea di "ponte". «In questa villa borghese, in riva al mare, c'è appunto una terrazza collegata a un ponte: per chi abita nella zona dello Stretto di Messina è un elemento significativo. C'è un riferimento al ponte sullo Stretto che noi non vogliamo, perché sarebbe una violenza nei confronti della natura».

Il protagonista Andrea (Claudio Botosso) è un architetto che «è diventato un po' un "cuore in inverno" ma ritrova per un attimo una primavera grazie all'incontro con una giovane donna. Andrea si porta dietro una cicatrice interiore: la scomparsa della moglie nel corso di un tragico evento atmosferico. Anche Messina è stata toccata da questi eventi luttuosi: il canalone che si vede nel film è proprio frutto di una di queste calamità naturali. I personaggi principali sono quattro e rappresentano le stagioni della vita». Tra di loro c'è Hikma (Desirée Noferini), una ragazza di origini tunisine che rimane incinta e viene ripudiata dal fratello, musulmano osservante. Mentre Anita Kravos, dice il regista, «ha un ruolo importante: è Rosanna, la "donna autunnale", una quarantenne malinconica per l'abbandono da parte del compagno che si "specchia" nel lutto dell'architetto».

«Quando ho girato il film avevo appena compiuto 40 anni: mi sembrava molto romantico parlare prima del tempo di questo passaggio di età»; racconta Anita Kravos. «È come se Rosanna, che fa l'anestesista, non accettasse il tempo che passa, non riuscisse a vivere il proprio tempo: in più il suo ex marito è più giovane di lei. È davvero un film molto letterario, che ricorda "Le affinità elettive" di Goethe». Nell'ultimo anno Anita è stata impegnata nella promozione mondiale («in Russia, in Siberia, fino ai confini con la Mongolia») del film Premio Oscar "La grande bellezza", dove interpreta l'artista Talia Concept, e il suo volto campeggia in questi giorni persino sui giornali dell'Azerbaijan, in copertina del magazine "Nargis". Nino Frassica, nel film, ha un cameo decisivo: «È un "deus ex machina" che propizia tutti gli incontri decisivi», dice il regista. «Nino era impegnato nelle riprese di "Don Matteo 9": abbiamo dovuto girare le sue scene nelle sue pause di lavorazione. Ma da tempo voleva lavorare insieme e questa era l'occasione giusta».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo