Ashkenazy omaggia Scriabin e il suo sfortunato figlio prodigio

Si chiude con un commovente e commosso omaggio nell'omaggio il cd fresco di stampa per l'etichetta Decca che il grande Vladimir Ashkenazy dedica al centenario della morte di Alexander Scriabin. Proprio così: il settantasettenne pianista russo naturalizzato islandese (residente in Svizzera e che ha un forte legame con l'Italia) ritorna in sala di registrazione alla tastiera, dopo un lungo periodo dedicato quasi esclusivamente alla direzione d'orchestra, per rendere omaggio all'appassionato e visionario compositore suo compatriota, scomparso il 27 aprile 1915, all'età di quarantatré anni. Il disco si chiude con il Prélude op. 3 n. 1 di Yulian Alexandrovich Scriabin (ossia il figlio di Alexander), morto annegato, appena undicenne, nel 1919, a Kiev nelle acque del fiume Dnper, a causa di un incidente, mentre praticava il canottaggio. È un minuto di musica soltanto, composto all'età di dieci anni, nel 1918, da un fanciullo prodigio che sforna le sue prime composizioni sulle orme del padre, mancato tre anni prima! È una sorta di suggello a un omaggio di palpitante intensità. Sono passati trent'anni da quando Ashkenazy ha consegnato ai posteri una a tutt'oggi insuperata integrale delle dieci sonate pianistiche di Scriabin. La centenaria ricorrenza rappresenta l'occasione per ripercorrere l'intera parabola artistica del compositore del "Prometeo" attraverso l'esplorazione, in rigoroso ordine cronologico, di un altro ambito creativo a lui particolarmente congeniale, quello della piccola forma: mazurke, studi, preludi, fogli d'album e "Poèmes". Tra questi figura quell'infuocato "Vers la flamme" op. 72, che dà il titolo a questa antologia e che non può mancare nella discoteca di chi minimamente frequenti non già l'universo creativo ed il catalogo scriabiniani, ma la letteratura pianistica tout court!
Stefano Bianchi
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