Beatrice Antolini, new entry nella squadra di Vasco

Domenica la polistrumentista, spesso sul palco a Trieste, sarà a Lignano nella data zero del tour. «È il migliore e io sono matura»

«Sono molto felice e mi sento al posto giusto nel momento giusto. Mi sto trovando molto bene, in famiglia. Stiamo provando e siamo carichi»: Beatrice Antolini, novità della band di Vasco Rossi, è pronta per la data zero del tour, allo Stadio Teghil di Lignano domenica 27 alle 21. Venerdì ci sarà il soundcheck a cui potranno assistere i soci del fan club. Già nel 2016 Lignano aveva ospitato la prova generale del rocker di Zocca, registrando 22 mila presenze.

A marzo Vasco aveva spiazzato tutti, bypassando comunicazioni ufficiali e annunciando su facebook l’entrata della Antolini: «La new entry è una giovane polistrumentista di talento che vi stupirà, suona percussioni, sintetizzatore, pianoforte, chitarra e sostituirà Clara Moroni per i cori», aveva scritto sui social.

Gli appassionati di musica ben conoscono il percorso della maceratese Antolini, all’attivo cinque dischi, il primo del 2006, e collaborazioni con Baustelle, Lydia Lunch, Ben Frost, Angela Baraldi, Emis Killa. E anche con diversi musicisti triestini: «Francesco Candura e Liviano Mos dei Jennifer Gentle, Massimo Tunin – ricorda Beatrice – poi conosco Lorenzo Fragiacomo, avevo anche suonato nel suo locale. Insomma, avevo un bel giretto triestino».

A Trieste ha suonato spesso, al Tetris, al Miela, all’Etnoblog, alla festa di Radio Fragola e ora la lega alla regione anche l’etichetta discografica: è accasata alla Tempesta di Pordenone. «Dopo quattro dischi, nel 2014 ho realizzato l’ep “Beatitude” che ha segnato il mio passaggio alla Tempesta, con loro è poi uscito a febbraio il mio nuovo album, “L’ab”. Le recensioni sono state entusiastiche, ho sempre la critica dalla mia parte, mi hanno un po’ viziata. Non ho fatto in tempo a portarlo in tour visto che è arrivata la proposta di Vasco».

Come è arrivata?

«Per fortuna ho fatto il mio percorso, i miei dischi. Non sono una turnista, scrivo i miei brani e anche quando suono con altri tendo sempre a mettere del mio ed è proprio quello che mi è stato richiesto: il produttore del live di Vasco, Vince Pàstano, è un mio fan, non ci conoscevamo quando mi ha chiamato. Aveva anche il timore che, facendo io parte del mondo “alternative”, dicessi di no. Invece ho accettato con grandissima gioia. Vasco è un mito, lo seguo da quando ero piccola e la sua musica è talmente sincera che non può non piacere, non ha limiti, non ha definizioni, non ha generi e quindi è come me».

Sente più responsabilità in questi panni o quando porta il suo progetto?

«Qui c’è un’organizzazione impeccabile e quindi a tante cose non devo pensare. Però mi vedrà quasi un milione di persone e ho la responsabilità di dover essere sempre al top. Me la vivo bene, perché ho dieci anni di esperienze alle spalle e me le sento tutte. Sono abituata a stare sui palchi, ovviamente non negli stadi, sarà un’esperienza nuova. Ma è il coronamento di un sogno: ho sempre desiderato un tour negli stadi, e ci sono arrivata al fianco del migliore in assoluto. Suonare i pezzi di Vasco mi piace tantissimo, le parole delle sue canzoni sono di ognuno di noi. È il poeta che ti dice quello che stai provando e che hai provato, è la sua grandezza».

Lo aveva già incontrato?

«Mai prima».

L’ha trovato come lo immaginava?

«Ancora meglio. È una persona che mi piace molto».

Cosa suonerà con Vasco?

«Ho un set molto ampio con dei suoni elettronici, dei timpani, synth, la chitarra acustica, in un pezzo faccio anche un accenno di sax».

Il look?

«Indosserò cose che mi fanno sentire a mio agio. Non è la solita immagine della donna che per forza deve mostrarsi con delle minigonne che mi sembrano un po’ antiche. Penso di essere femminile, con cose stilose ma comode, molto moderne, forse anche un po’ tamarra e maschiaccio. Rispetto la mia natura sempre, non mi cambia nessuno».

Cosa si aspetta da questa avventura?

«È un momento bizzarro, divertente, vivo alla giornata e mi godo il momento, è un’esperienza che non dimenticherò. Mi sento molto a mio agio, penso di avere la maturità per affrontare la situazione».

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