Bebel: «È tutto come quando venivo con Delon»
Non ci sono riusciti né il tempo né la malattia - che quindici anni fa gli ha reso tutto più difficile - a cancellare il celebre sorriso di Jean-Paul Belmondo. Con fascino quasi immutato, ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera dalle mani di Sophie Marceau. E con immutato amore per le cose belle della vita ieri Bebel è andato a pranzo all’Harry’s Bar, ad Arrigo Cipriani - che gli ha fatto preparare tagliolini al prosciutto - cui ha rivelato di essere felice di aver trovato tutto uguale a quando veniva a Venezia con Alain Delon.
Cammina a fatica, si muove con il bastone o su una sedia a rotelle certo, ma a 83 anni, con alle spalle film indimenticabili come “Fino all’ultimo respiro” di Godard e “Borsalino” per citare solo due titoli, dopo la standing ovation che ha accompagnato la premiazione, Bebel, rispondendo a una domanda ha detto di non pensare mai al passato: «Jamais, mai. Guardo sempre davanti». Senza rimpianti: «Nessuno, ho fatto tutto quello che volevo fare e oggi amo le cose che ho, la vita, il sole e il mare».
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