Cara Leonor, Caro Giorgio lettere tra la Fini e Cociani uniti da un amore felino

di PATRIZIA PICCIONE Anticonformista e trasgressiva, sensuale e deliziosamente stravagante. In altre parole, unica. Leonor Fini, uno straordinario talento artistico intrecciato a una personalità...
Di Patrizia Piccione

di PATRIZIA PICCIONE

Anticonformista e trasgressiva, sensuale e deliziosamente stravagante. In altre parole, unica. Leonor Fini, uno straordinario talento artistico intrecciato a una personalità altrettanto esplosiva, ha attraversato con falcata teatrale e spirito libero buona parte del Novecento. L'italienne de Paris, la grande pittrice surrealista argentina di origine triestina, la cui fortunata e longeva carriera artistica durata settant'anni, ne ha decretato il ruolo di protagonista di primo piano del Novecento.

A formare Leonor, la pittrice dalle inquietanti atmosfere oniriche, negli anni dell'infanzia, dell'adolescenza e della gioventù, la stimolante e culturalmente vivace brezza intellettuale che si rispirava allora a Trieste, città del cuore in cui visse dai due ai pressappoco vent'anni, prima di trasferirsi a Parigi. E alla sua Trieste rimase legatissima, anche se dal '71, anno in cui morì la madre, non ci tornò più. La città materna è stata infatti quella su cui si è formata sia la sua intensa personalità artistica sia quella umana, grazie anche alla rete degli amici e degli intellettuali che ne hanno accompagnato il percorso di formazione.

A ripercorrere quegli anni, riannodando i fili delle amicizie coltivate con affetto, sabato alle 18.30 alla Biblioteca statale "Stelio Crise", nel ventennale della morte della pittrice, scenografa, illustratrice e costumista, l'incontro e la presentazione di "Leonor Fini. Memorie triestine", volume e video curati dal critico d'arte Marianna Accerboni. Chiave di lettura per approfondire la figura dell'artista francese d'adozione ma visceralmente triestina nell'anima, le lettere inedite di Leonor al pittore Arturo Nathan e al critico Gillo Dorfles, ma anche quelle del pittore morto nel '44 in campo di concentramento a Dorfles, in cui parla della comune amica.

Una robusta parte del libro è invece dedicata al carteggio tra Leonor Fini e l'amico Giorgio Cociani, legati dalla comune e ben nota passione per i gatti. Il fondatore del Gattile - che parteciperà all'appuntamento in occasione delle Giornate europee del patrimonio - ha contribuito al volume con una selezione di circa 30 lettere inedite ricevute dalla pittrice, tra la fine degli anni '70 e il 1996, anno della scomparsa di Leonor. Oltre al carteggio, a testimoniare l'amicizia tra i due appassionati gattofili, anche alcuni disegni inediti su carta che l'artista ha donato negli anni a Cociani. Il video - di cui verrà proiettato il trailer - raccoglie invece una serie di interviste del critico Accerboni a Gillo Dorfles, alla sorella di Arturo Nathan, a Cociani e altri amici e conoscenti della pittrice. «Le lettere rappresentano un'importante chiave di lettura per comprendere la complessa personalità della Fini», anticipa Accerboni. «Leggendo tra le righe è infatti possibile cogliere alcuni aspetti fondamentali del suo temperamento - aggiunge - donna forte ma sotto sotto anche fragile, molto attaccata agli affetti e, come risaputo, assai amante dei gatti, che considerava delle affascinanti piccole creature magiche».

Nel volume, inoltre, un’indagine letteraria della docente di letteratura italiana, Cristina Benussi, che confronta il particolarissimo modo di scrivere della Fini a quello di Dorfles e Nathan. Mentre l'Associazione di grafologia italiana ne sviscera le personalità attraverso la calligrafia. Oltre ai disegni su carta della collezione di Cociani, in mostra alla presentazione del video-libro, un quadro a olio della Fini e, rispettivamente, uno di Nathan e uno di Dorfles. «A testimoniare simbolicamente - spiega la curatrice della rassegna - le loro affinità elettive».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo